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AMICI E NEMICI

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Jannis Kounellis, Il violino con le corde di filo spinato, 2017 particolare

Martedì 14 maggio 2019 - ore 17:00

Museo del Novecento - Sala Manica Lunga

Piazza Duomo 8, Milano

Ingresso libero fino a esaurimento posti

Ultimo dei quattro incontri Amici e nemici, un progetto a cura di Stefania Mormone e Simonetta Heger.

 

Gli studenti del Conservatorio G. Verdi di Milano eseguiranno musiche di Leone Sinigaglia, Alberto Gentili, Luigi Rognoni, Alfredo Casella. 

 

Amici e nemici

Quattro concerti che dipingono l’ambiente musicale e culturale dell’Italia tra le due guerre, fervido e interconnesso nonostante i dettami del regime, dove tutti o quasi tutti si conoscevano. Le leggi razziste del 1938 furono lo spartiacque: da una parte, come scrisse Mario Labroca, (L’usignolo di Boboli, 1959) i buoni [...] destinati al paradiso dell’esecuzione, i secondi a sinistra, condannati all’inferno dell’inevitabile oblio. Fu una campagna torbida, condotta da musicisti che, forse senza accorgersene, assumevano una responsabilità paurosa.

Troviamo dunque gli amici, che aiutano e sostengono i colleghi ebrei rimasti senza lavoro e perseguitati, e i nemici che, per adesione sentita o vigliacca obbedienza al regime, tolgono il sostegno a coloro che fino al giorno prima avevano osannato.

Questi i protagonisti: Alfredo Casella, Mario Castelnuovo Tedesco, Giulio Confalonieri, Aldo Finzi, Alberto Gentili, Fernando Liuzzi, Renzo Massarani, Goffredo Petrassi, Riccardo Pick Mangiagalli, Ildebrando Pizzetti, Vittorio Rieti, Nino Rota, Kurt Sonnenfeld. Quali tra essi furono i perseguitati, quali gli amici e quali i nemici, lo scopriremo strada facendo.

Il progetto è realizzato grazie alla collaborazione con lo Spazio Europeo della Memoria Musicale che è un centro di Documentazione e di Ricerca, istituito nel 2007 presso la Biblioteca del Conservatorio dall'allora Direttore M° Leonardo Taschera e dalla Bibliotecaria Dott.ssa Licia Sirch.  Finalità specifica è quella di valorizzare figure di musicisti discriminati da politiche di regime o vittime di persecuzioni razziali, attraverso concerti, ricerca musicologica e divulgazione.

In collaborazione con il Master di II livello in Repertorio vocale da camera italiano tra Otto e Novecento del Conservatorio “Giuseppe Verdi” di Milano e con Sonia Grandis.

 

 

Programma del concerto:

Alfredo Casella (1883 - 1947)

Adieu à la Vie

1. O toi, suprème accomplissement de la vie

2. Mort, ta servante est à ma porte
3. A cette heure du depart
4. Dans une salutation suprème

Giulia Taccagni, mezzosoprano

Giacomo Carnevali, pianoforte

 

 

Leone Sinigaglia (1868 - 1944)

Variazioni su un tema di Schubert

 

Francesco Melis, violino
Luca Maringola, pianoforte

Luigi Rognoni (1913 - 1986)

Voici la douce nuit de mai

 

Nuri Kim, soprano

Lee Ji Hye, pianoforte

Alberto Gentili (1873 - 1954)

Quattro Liriche:

1. Rondò
2. Biondo fantasma

3. Ombra seguace

4. Ombra d’autunno

Nuri Kim, soprano

Lee Ji Hye, pianoforte

Letture a cura di Martino Ruggero Dondi e Viviana Nebuloni

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Alfredo Casella (Torino, 25 luglio 1883 - Roma, 5 marzo 1947).

Musicista precocissimo di formazione cosmopolita, studia dapprima a Torino e dopo la morte del padre, violoncellista di fama, si trasferisce con la madre a Parigi dove studia con Diémer e Fauré e diviene amico e collega di Debussy e Ravel. Inizia prestissimo una brillante carriera come concertista, e contemporaneamente inizia a comporre e pubblicare presso la Universal Edition di Vienna, dietro presentazione di Gustav Mahler, di cui Casella è tra i primi promotori in Francia. Dopo il 1915 (anno di composizione dell’Adieu à la vie) rientra in Italia e fissa la sua residenza a Roma, dove gli viene a data la cattedra di pianoforte a Santa Cecilia e dove fonda, insieme a Respighi, Pizzetti, Malipiero ed altri la Società Italiana di Musica Moderna. A supporto della società, Casella dà vita alla rivista musicale «Ars nova», con gli interventi anche di pittori e scrittori italiani e stranieri, tra cui Papini, Carrà, De Chirico, Savinio, Laloy. La società e la rivista chiudono nel 1919, ma rimane viva in Casella la volontà di lavorare per ampliare e difendere la cultura musicale italiana. La conoscenza dei più importanti autori europei porterà Casella ad essere uno dei principali fautori dell’internazionalismo, ciò che gli varrà ferocissimi attacchi da parte dei critici di regime, in particolare dopo la Biennale del 1937 a Venezia, mentre la volontà di riscoperta della musica italiana dei secoli passati, in particolare del Settecento, lo renderà piuttosto spregiudicato nell’accaparrare per sé e per i colleghi più vicini i lavori di revisione più importanti, in particolare quello sul corpus di musiche vivaldiane. Instancabile, prosegue l’attività come pianista del Trio Italiano con importanti tournées, come compositore, come didatta e come revisore (sua è la prima edizione critica delle Sonate di Beethoven). Come organizzatore, fa conoscere in Italia tutti i maggiori compositori europei: Strawinsky, Schoenberg, Bartòk, Hindemith, e contemporaneamente i giovani italiani emergenti: Rieti, Labroca, Mortari ed altri. Dopo la guerra continua la sua attività nonostante la grave malattia che lo aveva colpito nel 1942 lo costringa a ridurre progressivamente gli impegni esterni. Suona in pubblico per l’ultima volta a Roma l’11 febbraio 1947.

(Fonte: Archivi della Musica)

Leone Sinigaglia (1868 - 1944)

Torinese, proveniente da un’agiata famiglia ebraica, frequentò i migliori salotti letterari e musicali: Lombroso, Boito, Fogazzaro, come anche Verdi, Puccini e Toscanini. Iniziò la sua formazione musicale intorno al 1880, studiando pianoforte, violino e composizione, ma gli studi che più lo formarono furono quelli di Vienna, dove si recò dal 1894 al 1899, incontrò e strinse amicizia con Brahms e il violinista Josef Suk, che lo introdusse a Dvorak; quest’ultimo fu fondamentale nella formazione che lo portò molto più in là negli anni a studiare il repertorio di canti popolari piemontesi e a curarne un’edizione corredata da originali accompagnamenti per pianoforte. Sinigaglia infatti fu uno dei primi in Italia ad occuparsi della canzone popolare creando le basi per la moderna etnomusicologia; lavorò per anni trascrivendo le musiche raccolte nelle campagne e riunendole nella raccolta Vecchie canzoni popolari del Piemonte. Compose inoltre le Danze Piemontesi per orchestra, eseguite a Torino nel 1905 con la direzione di Toscanini. La musica da camera forma una parte consistente nella sua produzione. Alcune brevi composizioni, in cui prevale una cantabilità immediata, sorretta da sapiente struttura ritmica ed armonica, furono scritte prima della partenza per Vienna. Al periodo viennese appartengono invece le Variazioni su tema di Schubert, dedicate al suo insegnante Eusebius Mandiczewski, cui si deve la pubblicazione dell’opera omnia Schubertiana. Durante il terribile periodo successivo all’Armistizio del 1943, il musicologo Luigi Rognoni tentò di salvare Sinigaglia, già molto anziano, nascondendolo presso l’Ospedale Mauriziano; le SS arrivarono comunque per arrestarlo, probabilmente a seguito di delazione. Il compositore morì di infarto nel momento in cui stava per essere deportato. Presso il Conservatorio di Torino è conservato il Fondo Sinigaglia, donato da Rognoni, curatore testamentario del compositore.

Luigi Rognoni (Milano, 1913 - 1986)

Iniziò lo studio del pianoforte con la madre, Luigia Arbib Clément, pianista e poi cantante lirica, proseguendo poi da autodidatta. Frequentò il liceo Manzoni, ma il suo precoce antifascismo gli precluse il compimento degli studi: arrestato a 17 anni, fu “ammonito” e cacciato da tutti i licei italiani. Nel 1933 iniziò a seguire da uditore le lezioni di Antonio Ban all’Università di Milano. Nello stesso periodo, per approfondire gli studi musicali prese saltuarie lezioni da Alfredo Casella, musicista impegnato nel far conoscere al pubblico italiano musiche d’avanguardia invise agli organi ufficiali della cultura fascista, aprendosi quindi alle esperienze europee più moderne. Nel gennaio del 1935, ventunenne, assunse la direzione del "Bollettino mensile di vita e cultura musicale", trasformandolo da semplice foglio di informazioni concertistiche in rivista culturale “di punta”, ma dopo dieci mesi l’esperienza si concluse per via dell’incompatibilità con le direttive musicali del regime. Dopo aver lavorato per l’editore Bompiani negli anni della guerra, a seguito della caduta di Mussolini prese parte alla lotta partigiana. Riprese, dopo la Liberazione, un’attività intensissima e multiforme: si dedicò al cinema con la fondazione della Cineteca Italiana; fu tra gli inventori del Terzo Programma della RAI, ente con cui collaborò per lungo tempo contribuendo anche allo sviluppo dello Studio di Fonologia; fu fervidamente impegnato sia sul fronte della critica musicale che su quello della direzione, della regia teatrale, dell’editoria musicale con traduzioni e revisioni di trattati fondamentali come quelli di Adorno e Schoenberg. Vincitore, con Luigi Ronga, del primo concorso a cattedre di storia della musica nell’università italiana, fu chiamato a Palermo, dove insegnò dal 1957 al 1970 e fondò e diresse l’Istituto di Storia della musica. Proseguì il magistero universitario a Bologna, nel corso di laurea in Discipline delle Arti, della Musica e dello Spettacolo (DAMS) appena istituito: vi insegnò dal 1971 fino al pensionamento nel 1983, diresse l’Istituto di discipline della musica, e fondò il Dipartimento di musica e spettacolo dove costituì un altro gruppo di agguerriti musicologi.
(Fonte: Dizionario Biografico degli Italiani)

Alberto Gentili
Il nome di Alberto Gentili nella storia della musica è indissolubilmente legato alla straordinaria scoperta del corpus, oggi conservato alla Biblioteca Nazionale di Torino, noto come Raccolta Mauro Foà e Raccolta Renzo Giordano. La casa Ricordi lo incaricò di curare una serie di revisioni di fonti inedite acquisite dalla Biblioteca (Musiche della Raccolta Mauro Foà nella R. Biblioteca Nazionale di Torino): iniziò così una serie di edizioni, dalle opere di Alessandro Stradella a numerosi concerti vivaldiani. Qualche anno prima, Alberto Gentili aveva avuto notevole successo con la Nuova teorica dell’armonia, testo che gli valse numerosi riconoscimenti, tra i quali la docenza, nel 1925, sulla prima Cattedra di Storia della musica istituita nelle Università Italiane, a Torino. La sua carriera, che lo aveva visto operare anche come compositore e direttore, venne però bruscamente troncata - come purtroppo quella di molti altri musicisti e lavoratori dello spettacolo di origine ebraica - dopo la sciagurata promulgazione delle Leggi razziali del 1938. Sopravvissuto, nel dopoguerra ritornò a Torino nella casa di Corso Francia, rifiutò l’offerta di rientrare nella sua cattedra universitaria e lavorò sporadicamente, in un ritiro dignitoso, curando la rielaborazione del suo libro per la casa editrice Genio, la futura Suvini e Zerboni, e seguendo la messa in onda della propria revisione dell’opera di Stradella Forza d’amor paterno, radiotrasmessa dalla RAI in prima esecuzione moderna nel 1953. Morì nel 1954. Nel 1957 il Ministero della Pubblica Istruzione decretava alla sua memoria la medaglia d’oro per meriti nel campo della Cultura, dell’Arte e della Scuola.

(Pinuccia Carrer)

Giulia Taccagni, mezzosoprano

Intrapresi sin da piccola gli studi musicali, nel 2018 si diploma con il massimo dei voti e la lode al Biennio di Canto Lirico presso il Conservatorio “G. Verdi” di Milano con Vitalba Mosca. Presso la Sala Verdi del Conservatorio è Rosa Shock in Alfred, Alfred di F. Donatoni nel 2016, Fortunata in Satyricon di B. Maderna nel 2017 e la Badessa in Suor Angelica di G. Puccini; nel giugno 2018 debutta il ruolo di Zita in Gianni Schicchi di G. Puccini a Rosate per la stagione di Voceallopera. Nel 2017 incide Sicut umbra e Le parole di San Paolo di L. Dallapiccola con l’ensemble del Conservatorio milanese, sotto la direzione di Marco Pace. Attiva concertista in duo con i pianisti Giacomo Carnevali e Isidoro Taccagni, è anche membro stabile o collaboratore di formazioni prestigiose quali il Coro Città di Desio, l’Ensemble Vocale Mousiké di Muggiò e il Coro Giovanile Italiano. Ha eseguito come contralto e mezzosoprano ruoli solistici di rilievo di Camilla De’ Rossi, Durante, Pergolesi, Vivaldi, Händel, Bach, Mozart, Duruflé, Saint-Saëns, Britten, McCollough.

Giacomo Carnevali, pianoforte

Studia pianoforte con Marcello Parolini e successivamente con Maria Grazia Bellocchio al Conservatorio “G. Donizetti” dove si diploma e frequenta tuttora il biennio accademico. Ha frequentato diverse masterclass pianistiche. Ha studiato Liederistica con M. Lindsey e J. Drake e attualmente frequenta il Master di II livello in Musica vocale da camera presso il Conservatorio di musica “G. Verdi” di Milano. Nell’a.a. 2016/2017 è stato ammesso al Call for Young Performers organizzato da Divertimento Ensemble, dedicato al repertorio pianistico di G. Kurtág. Vincitore di borse di studio e premi in concorsi nazionali e internazionali si è esibito, sia come solista che in formazioni cameristiche, in diverse città italiane: Milano, Bergamo, Mantova, Cinisello Balsamo, Cavenago di Brianza, Brugherio, Baveno e in molte località dell’appennino modenese. È vicepresidente e docente di pianoforte dell’associazione Giardino della Musica.

Nuri Kim, soprano
Si è laureata in canto presso l’università cattolica di Seoul. Si è diplomata quindi presso la Civica Scuola di Musica “C.Abbado” di Milano e presso il Conservatorio di Musica “G.Verdi” di Milano. Nel 2016 ha partecipato alla Master Class di Sumi Jo. Lo stesso anno ha vinto il primo premio al Concorso lirico internazionale “Voci in-canto” a Pistoia, e nel 2018 ha vinto il terzo premio al Concorso lirico “Ottavio Garaventa” ad Alessandria.

Lee Ji Hye, pianoforte
Nel 2015 si è laureata in pianoforte all’università Hanyang di Seul. Nel 2016 si è iscritta al corso di maestro collaboratore al Conservatorio di Musica “G.Verdi” di Milano. Nel giugno 2018 ha partecipato, come pianista, alla produzione operistica La cambiale di matrimonio di Gioachino Rossini al teatro Carcano di Milano e al teatro Coccia di Novara. Nei primi mesi dello stesso anno ha partecipato, come pianista collaboratrice, alla realizzazione di Rigoletto di Giuseppe Verdi al teatro Spazio89.

Francesco Melis, violino
Francesco Melis (2000) inizia lo studio del violino all’età di sette anni nella scuola di musica della sua città, Tradate. Allievo di Giovanna Polacco, è iscritto al terzo anno del triennio accademico al Conservatorio di Musica “G. Verdi” di Milano e contemporaneamente frequenta il quinto anno presso il Liceo Musicale omonimo. Si esibisce in qualità di solista, camerista e orchestrale in diverse città italiane (Milano, Varese, Novara, Bergamo, Brescia, Genova, Pistoia...) e in sedi prestigiose per importanti associazioni culturali, spaziando dalla musica barocca a quella contemporanea ed etnica, affrontando anche repertorio violinistico meno conosciuto. È stato membro del Milano808ensemble e del gruppo strumentale Dèdalo Ensemble. Nel marzo 2018 si esibisce da solista con l’Orchestra del Laboratorio d’Archi del Conservatorio di Milano diretta da Giovanni Antonini nella Sala Verdi del Conservatorio. Ha vinto il secondo premio della categoria “strumenti ad arco e a pizzico” del Premio del Conservatorio 2018.

Luca Maringola, pianoforte
Nato a Pavia nel 1994, Luca Maringola si diploma col massimo dei voti e la lode accademica presso l’ISSM Vittadini della sua città. Completa poi gli studi laureandosi col massimo dei voti nel biennio specialistico presso il Conservatorio di Musica “G. Verdi” di Milano. Si esibisce in concerto in diverse città italiane e all’estero. Numerose sono le esibizioni nell’ambito delle rassegne del Conservatorio di Milano, dove suona per eventi quali “Pianocity”, “Serate speciali nel chiostro” e molti altri. Nell’estate del 2014 si esibisce durante il “Paradise Festival” presso il Teatro Apollon di Syros (Grecia), mentre nell’aprile 2016 tiene una tournée in Brasile che lo vede esibirsi in importanti sale tra le quali il MuBE di Sao Paolo e la sala dell’università della musica di Rio de Janeiro.

Martino Ruggero Dondi, voce recitante
Nato nel 1996, Martino Ruggero Dondi intraprende lo studio del pianoforte all’età di sette anni e si diploma con il massimo dei voti, non ancora ventenne, al Conservatorio di Musica “G. Verdi” di Milano nella classe di Silvia Rumi. Attualmente prosegue la sua formazione musicale e umanistica studiando direzione d’orchestra e composizione presso il medesimo Conservatorio e storia presso l’Università degli Studi di Milano. Appassionato di melodramma, si sta concentrando nello studio del canto, del repertorio operistico e nell’accompagnamento di cantanti, potendo affidarsi a un esperto del settore quale è il critico musicale Franco Lorenzo Arruga, che lo ha coinvolto in varie iniziative in qualità di cantante-attore (Teatro Alighieri di Ravenna) e pianista accompagnatore (Palazzo Reale di Milano). È socio fondatore dell’associazione culturale Operitage.

Viviana Nebuloni, voce recitante
Viviana Nebuloni (classe ‘97) è un soprano e attrice milanese. Studia canto lirico al triennio accademico al Conservatorio di Musica “G. Verdi” di Milano e si perfeziona con il Maestro Lorenzo Arruga per ciò che concerne le intenzioni musicali e sceniche. Ha debuttato nel ruolo di Musetta in La Bohème di G. Puccini al circolo filologico milanese nel 2017. Ha interpretato Suor Dolcina in Suor Angelica di G. Puccini in Sala Verdi al Conservatorio G. Verdi di Milano. Ha vinto il premio del pubblico nel concorso lirico Magda Olivero nel 2017 come “promessa della lirica”.

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