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OMAGGIO AD AZIO CORGHI

Intelligenza e ironia

17 ottobre 2017 - 16 gennaio 2018

Per festeggiare gli 80 anni del maestro

Martedì 21 novembre 2017 - ore 17:30

Museo del Novecento - Sala Arte Povera

 

Gisella Belgeri: La partecipazione di Azio Corghi al Festival dell’Autunno musicale di Como. Sarà presente Azio Corghi.

Segue concerto del Laboratorio di musica contemporanea del Conservatorio G. Verdi di Milano LMC diretto da Mauro Bonifacio.

 

 

 

Programma del concerto

 

Federico Gardella   Architetture del canto e del silenzio (2013)      10’

                                 per ensemble *

Daniela Terranova  Still life with roses (2015)                                 10’

                                 per ensemble *

Azio Corghi             a’nsunnari… (1998)                                                    16’

                                 per soprano e cinque strumenti **

  

 

Ensemble LMC

Carlotta Raponi, flauto

Riccardo Acciarino, clarinetto

Matteo Savio, percussioni

Samuele Provenzi, chitarra

Erica Paganelli, pianoforte

Alessio Cavalazzi, violino

Pietro Cottica, violoncello *

Loris Rossi, violoncello **

Hsiao Pei Ku, soprano °

Yusuke Kumehara, direttore *

Mauro Bonifacio, direttore **

 

° LMC in collaborazione con il Master di Musica vocale da camera

  (prof.sse Stelia Doz e Daniela Uccello)

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Federico Gardella

Nato a Milano nel 1979. La sua musica è stata presentata nei principali festival e stagioni concertistiche a Tokyo (Tokyo Opera City), Milano (Festival Milano Musica), Royau-mont (Voix Nouvelles), Firenze (Maggio Musicale Fiorentino), Boston (Harvard University), Torino (Unione Musicale), Lubiana (Slovenian Philharmonic), Venezia (La Biennale di Venezia), Madrid (Auditorio Nacional de Música) e Roma (Auditorium Parco della Musica).

Nel 2012 gli è stato conferito a Tokyo il Primo Premio al Toru Takemitsu Composition Award e nel 2014 gli è stato assegnato il Premio Speciale “Una Vita nella Musica – Giovani” al Teatro la Fenice di Venezia. Ha studiato composizione al Conservatorio di Milano con Sonia Bo e si è perfezionato con Azio Corghi presso l’Accademia Nazionale di Santa Cecilia a Roma e l’Accademia Musicale Chigiana di Siena e con Alessandro Solbiati al Conservatorio di Milano, dove si è laureato con il massimo dei voti e la lode; particolarmente importanti per la sua formazione sono stati inoltre gli incontri con Brian Ferneyhough e Toshio Hosokawa.

Architetture del canto e del silenzio per ensemble (2013)
La musica, come arte del tempo, è una metafora della vita: ci ricorda che non è possibile tornare indietro, che ogni istante è unico. Come accade nella vita, anche nella musica, però, è possibile rendere presente ciò che è già accaduto: questa possibilità è la memoria. E così la forma di una composizione riflette questa possibilità attraverso l’organizzazione delle proprie strutture, in una continua dialettica tra l’invenzione del nuovo e la predisposizione al ricordo. La prospettiva di Architetture del canto e del silenzio (per ensemble) è, però, diversa: mi sono chiesto cosa sarebbe la musica se, invece che una narrazione, la sua struttura venisse pensata in analogia con l’osservazione di uno spazio architettonico; si tratta di immaginare uno spazio sonoro in cui tutto è già presente dal principio, in cui il concetto di sviluppo dei materiali musicali viene sostituito dall’idea di una forma “sincronica”, luogo del silenzio come possibilità del canto, appunto. La struttura si articola, qui, in “stanze”, che sono luoghi della forma, ma anche spazi di risonanza in cui costruire un’idea di canto sul bordo del silenzio. (Federico Gardella) 

Daniela Terranova

Pianista e compositrice, ha ricevuto molti riconoscimenti in concorsi nazionali e internazionali, tra i quali: il I premio al concorso internazionale Gianni Bergamo Classic Music Award (Lugano); la Menzione Speciale per la musica italiana - premio SIAE (concorso Bucchi); il premio ‘Incontri internazionali Franco Donatoni’; il Premio ‘Banca Monte dei Paschi di Siena’ (Accademia Chigiana). La sua musica è programmata in numerosi festival e stagioni musicali in Italia e all’estero, tra i quali: London Sinfonietta’s Season; Fondazione BBVA di Madrid; Trio Fidelio Chamber Season (Dublino); Budapest Music Center; Time of Music Festival (Vitasaari, Finlandia); Tallin Chamber Music Festival; Musikaliska Concert Hall, Stoccolma; Festival Traiettorie; Festival Play it!; Gran Teatro La Fenice; Festival della Valle d’Itria; Accademia Filarmonica di Bologna; Auditorium Parco della Musica; Accademia Musicale Chigiana.

Laureata in Lettere Classiche, ha conseguito il titolo internazionale di Dottore di ricerca in Studi audiovisivi, presso l’Università di Udine (associata a Université Paris III - Sorbonne Nouvelle).

Still life with roses per ensemble (2015)
Nei miei lavori più recenti la ricerca si è focalizzata sulla possibilità di rendere visibile e tattile la natura astratta del suono, attribuendo quindi grande rilevanza alla gestualità dell’interprete, cui è affidato il compito di dare vita e forma ad un orizzonte materico silente. La forza espressiva dei gesti permette al suono di essere visto, oltre che ascoltato, e la stessa presenza fisica degli strumenti musicali acquista un valore simbolico molto forte simile a quello delle nature morte seicentesche: è una presenza che indica all’uomo la possibilità di sopravvivere attraverso l’arte. Still life with roses è uno studio sull’essenza materica del suono, fortemente legato ad un’esplorazione dei materiali di cui si compongono gli strumenti musicali stessi. All’aspetto primordiale della materia, libera dalla necessità di un soggetto esterno, il segno imprime l’espressività della forma. Il trattamento della texture, scabra e astratta, supera l’aspetto propriamente gurativo, cercando di evocare piuttosto che raccontare, disegnando un’arcata formale di ampio respiro attraverso la graduale metamorfosi dei gesti sonori iniziali. Strappi e sfibramenti disegnano un paesaggio ferito, metafora di una realtà frammentata, destinata allo sgretolamento. Una memoria sottile attraversa il groviglio per cogliere l’intima relazione di tutte le parti, come un orizzonte di fissità che affiora da uno spazio interiore. (Daniela Terranova).

Azio Corghi

a ‘nsunnari... per soprano, flauto, clarinetto, chitarra, violino, violoncello (1998)

“Nel corso delle lamentazioni funebri euro-mediterranee appare spesso l’atmosfera di “recitazione sognante”. La lamentatrice diventa “altra persona che piange” con capacità di volgere momentaneamente la sua attenzione a cose ed eventi estranei al fatto. Il lamentarsi appartiene pertanto ad una presenza rituale del pianto che può essere a volontà evocata, mantenuta e sospesa, ovvero sostituita con un’opposta presenza rituale della lascivia e della disinvolta allegria”. Da queste osservazioni, tratte da MORTE E PIANTO RITUALE (Boringhieri, Torino 1975) di Ernesto de Martino, scaturisce l’idea creativa della composizione. Formalmente divisa in tre parti - che si susseguono senza soluzione di continuità - essa si sviluppa in forma narrativa. Alla prevaricante descrizione di un pauroso sogno notturno si alternano momenti di amorosa contemplazione, “conte” infantili dai doppi sensi licenziosi, ninne-nanne che lasciano trapelare la loro componente erotica, apparizioni simboliche della morte.

La pulsazione metrica ternaria è continuamente presente e diventa più evidente nella forma cullante della ninna e in quella di danza della tarantella. Frammenti melodici di canti popolari vengono sottoposti a varie forme di ornamentazione e “contrappuntati” da materiali armonico-scalari predeterminati. Sotto l’aspetto fonetico viene spesso impiegata la sonorizzazione delle consonanti nasali-bilabiali “m” e “n” per ragioni di ordine culturale specifico. Al riguardo, nel saggio intitolato “La musica primitiva”, Marius Schneider scrive: “Poiché il naso comunica il soffio della vita tra i viventi e ha significato fallico fra i morti, canti erotici e funebri sono spesso eseguiti con timbro nasale”. Di qui la scelta di testi basati sulla ricchezza fonetica delle parlate dialettali, come pure la ripetizione di parole, sillabe o altre forme di comunicazione orale legate all’infanzia che caratterizzano un primordiale stadio di acquisizione del linguaggio: ennesimo tentativo “artistico” di ricercarne le origini puramente musicali. (Azio Corghi)

I testi utilizzati per la composizione provengono da: CORPUS DI MUSICHE SICILIANE di Alberto Favara, Accademia di Scienze, Lettere e Arti di Palermo, suppl. agli Atti N.4, Vol. II, 1957 (Sicilia); CANZONIERE ITALIANO, a cura di Pasolini, Garzanti - Milano 1972 (Puglia, Calabria, Sardegna); AMBARABÀ, a cura di Lella Gandini, EMME EDIZIONI, Milano 1979 (Salento). 

       clicca per vedere il PDF con i testi

Hsiao Pei Ku

Si è diplomata all’Università Nazionale dell’Arte di Taipei (Taiwan). Nel 2011 ha iniziato lo studio del canto in Italia con il soprano Dan Shen. A partire dal 2012 si è imposta in numerosi concorsi internazionali e nel 2013, presso il Conservatorio di Milano, è stata selezionata dal M° Raoul Lay per una tournée europea con la European Contemporary Orchestra (Sibiu, Marseille, Bucarest e Venezia). Nel 2015, sotto la guida del soprano Daniela Uccello, si è diplomata con lode in Musica Vocale da Camera presso il Conservatorio “G. Verdi” di Milano. In seguito, nello stesso Istituto, è stata ammessa al Master di Musica Vocale da Camera in formazione di duo con il pianista Giuliano Guidone. Dal 2016 approfondisce il repertorio contemporaneo, in varie formazioni, partecipando a numerosi concerti fra i quali, nel Maggio 2017, a Milano, un importante omaggio ad Azio Corghi con l’Ensemble LMC, nell’ambito della Stagione I suoni del Conservatorio.

Yusuke Kumehara

Direttore d’orchestra, ha compiuto gli studi musicali in Giappone. Si è diplomato in Canto presso la Musashino Academia Musicae, ove ha anche conseguito il Master e, in seguito, in Direzione d’Orchestra presso il Tokyo College of Music. Vincitore di una borsa di studio dell’Agenzia per gli Affari Culturali giapponese, da un anno frequenta il Biennio del corso di Direzione d’Orchestra del Conservatorio “G. Verdi” di Milano, sotto la guida del M° Vittorio Parisi. Nel 2013, nell’ambito del Laboratorio Spazio Musica di Orvieto, è stato riconosciuto come miglior allievo della classe, ottenendo la possibilità di dirigere Le Nozze di Figaro di Mozart al Teatro Mancinelli. Grazie al

2° Premio vinto in Romania al The Black Sea Opera Conducting Competition, nel 2017 ha potuto debuttare con il Rigoletto di G. Verdi al Teatro Nazionale Rumeno “Oleg Danovski” di Constanta. Vincitore anche del premio all’Italian Opera Workshop di Tropea nel Maggio 2017, dirigerà Il Barbiere di Siviglia di G. Rossini a Györ, in Ungheria, nel 2018. Nel 2017 ha inoltre partecipato, come allievo attivo, alla Masterclass tenuta dal M° Donato Renzetti e promossa da I Pomeriggi Musicali di Milano, dirigendo il concerto nale al Teatro dal Verme. Nel 2018 debutterà in Giappone come direttore con L’elisir d’amore di G. Donizetti presso la Harmony Hall Zama, tramite la Fondazione “Opera Novella”.

Mauro Bonifacio

Ha studiato pianoforte e composizione diplomandosi con Piero Rattalino e Azio Corghi presso il Conservatorio di Milano. Ha studiato direzione d’orchestra con Gabriele Bellini (Conservatorio di Bologna), Karl Österreicher (Verein Wiener Musikseminar) e Mario Gusella (Accademia Musicale Pescarese). Compositore e direttore d’orchestra, viene invitato a tenere masterclass presso importanti Istituzioni musicali (Accademia Chigiana, Siena; Fondazione Romanini, Brescia; Dedalo Ensemble, Brescia; Opera Academy, Verona; Accademia Filarmonica, Bologna). Le sue composizioni sono state commissionate dai principali enti e programmate in vari festival europei. Per RAITRE ha composto le opere radiofoniche Il frutto senza nome (1994), su libretto di Emilio Isgrò e Tragedia di Roncisvalle con bestie (1996), su testo di Giuliano Scabia, presentata al Prix Italia 1997. Su commissione dell’Accademia Musicale Chigiana, tra il 2004 e il 2005 ha realizzato l’orchestrazione dell’opera La ville morte (1909-1914) di Nadia Boulanger e Raoul Pugno su libretto di Gabriele D’Annunzio. Dal 1994 al 2001 ha collaborato con l’Ensemble MUSICA20, con il quale ha diretto molte prime esecuzioni e ha registrato tre cd per l’etichetta BMG Ricordi. Ha diretto la prima mondiale di Un petit train de plaisir, balletto di Azio Corghi con la coreogra a di Amedeo Amodio e con Bruno Canino, Antonio Ballista e Les percussions de Strasbourg (Rossini Opera Festival 1992). Il cd della medesima opera, registrato per l’etichetta BMG Ricordi, ha vinto il premio Editor’s Choice 1995, nell’ambito delle manifestazioni di Cannes Classical Awards. Nell’ambito del Laboratorio di musica contemporanea del Conservatorio di Milano svolge, dal 2000, attività di formazione di ensemble ed è responsabile musicale di progetti in collaborazione con enti esterni (Milano Musica, Museo del Novecento, Festival Pontino, Conservatorio di Parigi). 

LMC – Conservatorio G.Verdi di Milano

Il Laboratorio di Musica Contemporanea del Conservatorio di Milano è un luogo di approfondimento di specifiche capacità tecniche e interpretative riguardanti la musica del secondo Novecento e contemporanea. Promuove progetti differenziati (con solisti, gruppi da camera, cantanti, direttori, ensemble) rivolgendosi a giovani musicisti interessati ad arricchire la propria personalità, aprendola compiutamente verso la creatività del nostro tempo. È questo, infatti, uno degli obiettivi principali del LMC: l'inserimento dei progetti di studio e performance in realtà produttive di alto livello, italiane e internazionali, agevolando il collegamento tra la fase di apprendistato e la professionalità dei giovani esecutori. Tra i progetti realizzati negli ultimi anni figurano la Finale del III Concorso Internazionale di Composizione del Conservatorio di Milano; la collaborazione con il CNSMDP di Parigi per la formazione di un ensemble italo-francese; i concerti - molti dei quali registrati e trasmessi da RAI Radiotre - per i Festival Suona Italiano, Suona Francese, Sulle Ali del Novecento, Festival Milano Musica (7 edizioni), Festival Pontino (2 edizioni) e per il Museo del Novecento di Milano. Mauro Bonifacio è responsabile, dal 2000, delle attività del LMC

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