top of page

GLI INTEGRALI DI NOMUS

Treatise di Cornelius Cardew

GLI INTEGRALI DI NOMUS

Treatise di Cornelius Cardew

25 9 18 IMMAGINE.png

Martedì 25 settembre 2018 - ore 17:00

Museo del Novecento

ingresso libero fino a esaurimento posti

 

Esecuzione integrale di Treatise di Cornelius Cardew, per la serie Gli integrali di NoMus.


Treatise (1963-67) è una partitura intuitiva quasi esclusivamente grafica (193 pagine) per qualsiasi numero di musicisti e qualsiasi genere di strumenti che può essere suonato integralmente o solo in parte.

Giuseppe Giuliano pianoforte e sintetizzatore, Manuela Galizia voce, Rohan de Saram violoncello,

Corrado Rojac fisarmonica, Michele Mazzini clarinetto e clarinetto basso, Johnny Lapio tromba e flicorno.

Durata 70 minuti circa.

In collaborazione con la Società del Quartetto di Milano

_____________________________________________________________________________________

Cornelius CardewTreatise

Ho conosciuto e frequentato Cardew in più occasioni a Roma, quando ero un giovanissimo studente di composizione, proprio negli anni in cui lui si dedicava alla stesura del Treatise: erano gli anni ’66 – ’67. In quel periodo a Roma c’era un forte movimento underground, completamente ignorato dall’establishment accademico, che Cardew frequentava autorevolmente e il sottoscritto invece con forte curiosità e molta inesperienza. Cardew ci aveva mostrato in anteprima il suo saggio: “Stockhausen al servizio del capitalismo”, dove criticava aspramente il compositore che lui stesso aveva frequentato come assistente,

e quasi sempre le discussioni con lui si rivestivano duramente di dialettica politica. Discussioni a cui, data l’età, presi parte principalmente come ascoltatore.

Questa piccola introduzione per dire che non fui estraneo alla dinamica compositiva del Treatise, e neanche al personaggio Cardew, e alle idee che ci esponeva in quel momento. La rappresentazione grafica di questo lavoro, non è simile a una partitura tradizionale, ma si articola in grafismi geometrici più o meno consequenziali, con pochissimi inserti sonori di inequivocabile grafia musicale tradizionale. Come affermava Cardew: da parte dell’esecutore si può scegliere la totalità, come anche una sola pagina del lavoro, per ricavarne sonorità, suggerite alla fantasia dell’esecutore dal disegno grafico, da produrre in qualsiasi modo e con qualsiasi mezzo atto a generare suoni, senza limiti di durata. “Alea” perciò per tutti i parametri interpretativi, estesa anche all’invenzione sonora e formale, comprendente anche il silenzio. Nel caso poi che il processo interpretativo non venga preparato precedentemente in modo sistematico, ma invece sia effettuato in parte o del tutto quasi estemporaneamente, gli elementi di improvvisazione saranno un ulteriore jolly riguardo al risultato finale. La presente interpretazione è soggettiva per ognuno degli esecutori con elementi comuni eventualmente introdotti ad libitum durante la performance.

Questo modo di rappresentare il suono non era un unicum in quel periodo – Stockhausen, Schnebel, Cage, per citarne alcuni, come anche le partiture elettroniche fecero largo uso della rappresentazione intuitiva/creativa e il Treatise si inserisce in questo ampio modo di rappresentare il suono, che fa partecipe l’esecutore della dimensione creativa. Si è scritto riguardo la relazione fra il Tractatus di Wittgenstein e il Treatise di Cardew: in questa sede si può affermare che l’articolazione in 7 sezioni è comune ai due lavori. Sul significato è meglio tacere come affermato dallo stesso Wittgenstein. In conclusione, Treatise fu un’esperienza importante per Cardew come per tutti noi musicisti. In seguito, le sue esperienze compositive furono rivolte alla musica popolare e alle canzoni tradizionali, prima della sua prematura e tragica scomparsa.

Giuseppe Giuliano

 

 

 

Cornelius Cardew (1936 – 1981) compositore britannico lavorò come assistente di Stockhausen per tre anni. Dopo aver assistito ai concerti di John Cage e David Tudor indirizzò le sue ricerche verso l’indeterminazione e la musica intuitiva componendo il suo famoso pezzo Treatise.

Rohan De Saram, violoncello       

Nato in Inghilterra nel 1939 da genitori Cingalesi, studia con Gaspar Cassadò, John Barbirolli and Pablo Casals. Inizia la sua carriera come solista classico ma ben presto viene acclamato come solista anche della nuova musica. La sua immensa discografia e repertorio comprendono opere di compositori contemporanei che gli hanno dedicato brani come ad esempio Sequenza XIV di Luciano Berio. Per vent’anni ha fatto parte del Quartetto Arditti. In ensemble o come solista ha eseguito, molte in prima esecuzione, opere di Benjamin Britten, Pierre Boulez, Sylvano BussottiJohn Cage, Henri Dutilleux, Brian Ferneyhough, Sir Peter Maxwell DaviesPhilip GlassSofia GubaidulinaPaul Hindemith, Toshio Hosokawa (Chant for cello and orchestra), Mauricio Kagel, Helmut Lachenmann, György Ligeti , Luigi Nono, Conlon Nancarrow, Henri Pousseur (Racine 19), Wolfgang RihmJeremy Dale Roberts (Deathwatch Cello Concerto), Alfred Schnittke, Karlheinz Stockhausen e Iannis Xenakis (Kottos). È stato scritto un libro Conversazioni fra Joachim Steinheuer e Rohan, pubblicato da Wolke Verlag. Per altre informazioni, si veda www.rohandesaram.co.uk

 

Manuela Galizia, voce                              

Artista eclettica, con interessi in vari campi musicali e di spettacolo, ha competenze professionali come cantante, performer, teatro e drammaturgia. Ha studiato canto con Magda Laszlo e con Michiko Hirayama, inoltre ha conseguito il diploma di pianoforte al Conservatorio S. Cecilia Roma e la laurea in lingua araba all’ISIAO di Milano.

Il suo repertorio del ‘900 e contemporaneo comprende musiche di Debussy, Schoenberg, Webern, Porter, Gershwin, Ellington, Dallapiccola, Strawinsky, Cage, Stockhausen, Scelsi, Nono, Berio, Bussotti, oltre autori più recenti che hanno scritto per la sua voce. Nel campo della musica contemporanea ha tenuto concerti come solista in importanti istituzioni, fra cui: Centre G. Pompidou Paris – Ircam - Teatro Carlo Felice Genova - Teatro alla Scala Milano (musiche di L. Nono e K. Stockhausen) – Festival Alternativa Mosca – Festival Sound Ways St.Petersburg – Huddersfield Festival - Darmstadt Internationale Ferienkurse – Accademia Filarmonica Romana - Akiyoshidai Festival japan.

Apprezzata interprete di Lieder e del repertorio barocco, ha interpretato come contralto solista alcune cantate di J. S. Bach nella Thomas Kirche di Lipsia con l’orchestra del Gewandhaus e il Thomaner Chor. Nel campo della musica elettronica ha realizzato lavori di vari compositori presso l’Ircam a Parigi, l’Experimental Studio Freiburg, Studio ES Milano, collaborando con Pierre Yves Artaud, Giancarlo Schiaffini, Barrie Webb, Enzo Porta, Brenda Mitchell, Nicholas Isherwood, Roger Heaton.

Fra le incisioni CD più recenti: Sequenza III di Berio, Das Buch der Hängenden Gärten di Schoenberg con Antonio Ballista al pf., Aria di J. Cage, Blues voyage di G. Giuliano, Solis o Virgo Canti Gregoriani, Grandi Numeri di Bussotti, Frescobaldi Monteverdi con Ugo Nastrucci alla tiorba.

 

Giuseppe Giuliano, pianoforte                           

Nato a Roma, svolge un’intensa attività internazionale come compositore, pianista, sound projectionist e improvvisatore. Incontri importanti per la sua formazione musicale sono stati F. Evangelisti, L. Nono,

K. Stockhausen, J. Cage.

La sua poetica compositiva si rivolge alla ricerca di campi sonori e concezioni musicali non tradizionali e non accademici, come la composizione algoritmica, forme a geometria modulare, decostruttivismo, generi musicali misti, alea, musica intuitiva e improvvisazione libera. Inoltre, la sua musica ha una forte interazione con l'elettronica e l'informatica, attraverso esperienze di lavoro nella computer music - live electronics - interazioni artistiche di genere misto - sonorizzazioni ambientali - multimedia. Sue composizioni sono state eseguite e radiotrasmesse nell’Unione Europea - Russia - Canada - USA - Australia - Cina - Giappone.

Come pianista interpreta il repertorio contemporaneo, la free-form jazz e l’improvvisazione, anche in sinergia con altri musicisti specializzati in questo campo. Ha svolto attività di insegnamento e seminariale in importanti istituzioni, fra cui: Juilliard School New York, Internationale Ferienkurse Darmstadt, Università di Bologna DAMS, UDK Berlino, Guildhall School of Music and Drama London, UDK Wien, Ciaikowsky Conservatory Moscow, Sankt Petersburg Conservatory, Central University Beijing, Irino Foundation Tokyo, dal 1984 al 2012 ha insegnato composizione e tecniche compositive con elettronica al Conservatorio G. Verdi di Milano.

 

Johnny Lapio, tromba e flicorno                                  

Johnny Lapio, classe 1980, compositore-trombettista-musicoterapista è considerato dalla critica internazionale una delle voci più interessanti dell'avanguardia musicale italiana.

Figura eclettica a cavallo tra musica, arte visiva e performance tiene concerti e seminari in tutti i continenti collaborando con prestigiosi festival e istituzioni come Tricentric Foundation (NY), Little Globe(NM), Suika music (J), Japan Foundation(J), Mopomoso(UK) e molte altre. All'attivo ha numerosi concerti e collaborazioni con importanti musicisti come Sylvano Bussotti, Anthony Braxton, Don Moye, John Russell, Satoko Fujii, G.Schiaffini, Rob Mazurek.

E' leader fondatore di diversi ensemble come Arcote project e Porta palace collective recensiti dalle principali riviste specialistiche internazionali tra cui vi sono anche il prestigioso Down Beat e il Cadence Magazine Americani. Ha partecipato in qualità di  trombettista e compositore a numerose prime assolute e ha vinto numerosi premi tra cui il Movin up cat. Musica e performance, il Premo Speciale Movin up 2017

(I assoluto), Premio Cultura e società cat. Internazionale e diverse residenze artistiche in Italia e all'estero. E' autore e fondatore dell'opera d'arte concettuale Arcote, configurata in associazione con sede a Torino e del Movimento New Collective Avantgarde per la ricerca artistica sociale. Attualmente è attivo in Italia e all'estero sia in veste di compositore che di trombettista e performer, ed è coordinatore e docente dei master accademici in Arteterapia, Linguaggi non verbali, Culture artistico musicali extraeuropee presso l'Accademia di Belle Arti di Brescia Laba.

 

Michele Mazzini, clarinetti    

Nasce a Milano nel 1995. Ha conseguito la laurea di secondo livello con il massimo dei voti in clarinetto nel 2016, con Alberto Serrapiglio, al conservatorio di Milano. Dal 2012 al 2016 ha studiato Composizione sotto la guida di Filippo Del Corno e Giorgio Tedde. Dal 2013 fa parte dell’ensemble di musica contemporanea Improvviso Fantasia guidato dal compositore e pianista M° Giuseppe Giuliano con il quale si è esibito in diversi festival a Milano (Conservatorio, Chiostro 2013), Trieste (Trieste Prima, 2014), Torino (Rive Gauche, 2014) e a Roma (Giardini dell’Accademia, 2015, Santa Cecilia, 2017). Con questo ensemble ha registrato la prima assoluta di Grandi Numeri di Sylvano Bussotti (ArsPublica). Nel marzo 2017 ha registrato il brano Mmm Nioray Mioshoku per clarinetto solo di Giuseppe Giuliano (ArsPublica). Membro fondatore del quartetto di clarinetti Clari.Net, si è esibito dal 2012 al 2016, sia per il Conservatorio di Milano, sia per Milano Classica e Mito Fringe, con repertorio classico e di matrice popolare kletzmer. Nel 2017 si esibisce, sempre con musiche popolari ebraiche, sia per la giornata della memoria (Conservatorio, Sala Verdi) sia al Binario 21 per la giornata della cultura ebraica. Nel marzo 2018 ha fatto parte della rassegna La Meglio Gioventù (Auditorium Gaber, Milano) per la Società dei Concerti, presentando un recital in duo con il pianista Luca Maringola in onore del centenario della nascita di Leonard Bernstein. Ha partecipato a diverse Masterclass internazionali in Belgio (I Solisti del Vento); Svizzera (Ticino Musica); Inghilterra (MLFL) e a Siena (Accademia Chigiana in collaborazione con Siena Jazz). Ha fatto un Erasmus presso il Conservatorio Reale di Copenhagen con Jørgen Misser Jensen (2015/16), ed un Placement presso il conservatorio di Stoccarda (2016/17) come interprete di musica contemporanea sotto la guida di Marco Stroppa e Martin Shuettler. Nel 2018 ha frequentato il Laboratorio di Ricerca Permanente a Siena Jazz, condotto da Stefano Battaglia. Da agosto 2018 è studente del Master in New Music al Conservatorio di Amsterdam.       

 

Corrado Rojac, fisarmonica

Nato a Trieste, ha studiato fisarmonica nella sua città natale con Eliana Zajec. Ha suonato per prestigiose istituzioni musicali (Teatro Regio di Torino, La Fenice di Venezia, Arena di Verona, MITO di Milano, l’Accademia filarmonica di Bologna, l’Istituzione Universitaria dei Concerti di Roma, Aspekte Salisburgo, Biennale di Zagabria, The new music week Bucarest, Seconda rassegna di musica contemporanea italiana al Conservatorio di Pechino, stagione della Harvard University di Boston).

Ha registrato per varie emittenti radiofoniche e televisive (ORF, RAI, SKYclassica, Limen tv…). Collabora con il Divertimento Ensemble di Milano e l’ensemble FontanaMix di Bologna, nonché con affermati musicisti quali il chitarrista Frédéric Zigante e il pianista Bruno Canino. È stato fisarmonicista in residence per il Laboratorio di Musica Contemporanea di Azio Corghi presso l’Accademia Chigiana di Siena.

Ha contribuito notevolmente allo sviluppo della letteratura contemporanea per fisarmonica, presentando in prima esecuzione vari brani, spesso anche propri. Corrado Rojac si è diplomato in Composizione presso il Conservatorio Verdi di Milano sotto la guida di Alessandro Solbiati.

È diplomato anche in pianoforte e violoncello; laureatosi in lettere all’Università di Trieste, la sua tesi sul Metodo per armonica a mantice di G. Greggiati getta nuova luce sulla storia della fisarmonica; pubblicata dalla Ars Spoletium è recensita con plauso da Quirino Principe.

Ha inciso per Real Sound, Rugginenti e Puncta.

Striscia loghi 900 + quartetto.png
bottom of page