OMAGGIO A BRUNO MADERNA
Musicista europeo
4 ottobre 2015 - 18 gennaio 2016
Martedì 12 gennaio 2016
Museo del Novecento
ingresso libero fino a esaurimento dei posti disponibili
ore 15 - Sala Conferenze
Incontro di studio su Maderna
con la partecipazione di Renzo Cresti (Musicologo),
Pier Luigi Ledda (Archivio Storico Ricordi),
Guido Salvetti (Conservatorio G. Verdi di Milano),
Saranno proiettati alcuni video di RaiTeche
Presenta Gaia Varon
L’incontro sarà trasmesso da Radio Cemat in diretta streaming
ore 17,30 - Sala Arte Povera
Concerto
L’Ensemble LMC Laboratorio Musica Contemporanea
del Conservatorio G. Verdi di Milano,
diretto da Sara Caneva,
esegue Piccola musica notturna di Luigi Dallapiccola (1961) e
Serenata per un satellite (1969) di Bruno Maderna
Introduce il concerto Alessandro Solbiati
Ensemble del Laboratorio di Musica Contemporanea
del Conservatorio G.Verdi di Milano
Luigi Dallapiccola (1904-1975), Piccola musica notturna (1961) 9’ per complesso da camera
Bruno Maderna (1920-1973), Serenata per un satellite (1969) 10’ per ensemble
ENSEMBLE LMC
Stella Chissotti, flauto
Daniele Arzuffi, oboe
Fabio Busetto, clarinetto
Rebecca Mellano, arpa
Valentina Valente, chitarra
Damiano Afrifa, celesta
Salvatore Scucces, marimba
Gabriele Segantini, vibrafono Alessio Cavalazzi,
violino Pietro Molteni, viola
Matteo Vercelloni, violoncello
Sara Caneva, direttore
__________________________________________________________________________
Luigi Dallapiccola, Piccola musica notturna (1961) per complesso da camera
NOCHE DE VERANO
Es una hermosa noche de verano
Tienen las altas casas
abiertos los balcones
del viejo pueblo a la anchurosa plaza.
En el amplio rectángulo desierto,
bancos de piedra, evónimos y acacias
simiétricos dibujan
sus negras sombras en la arena blanca.
En el cenit, la luna, y en la torre
la esfera del reloj iluminada.
Yo en este viejo pueblo paseando
solo, como un fantasma.
Antonio Machado
NOTTE D’ESTATE
È una bella notte d’estate.
Hanno le case alte
le finestre aperte
sull’ampia piazza del paese.
Nel largo rettangolo deserto
panche di pietra, siepi e acacie
simmetriche disegnano
le loro nere ombre sull’arena bianca.
Nello zenit, la luna, e sulla torre
la sfera, l’orologio; illuminata.
Io passeggio in questo vecchio paese
solo, come un fantasma.
(traduzione di Carlo Bo)
La poesia di Antonio Machado riportata sul frontespizio della partitura evoca un clima sospeso, enigmatico, desolato: vengono in mente certe atmosfere oniriche delle Piazze d’Italia di De Chirico. Visioni di spazi architettonici e direzionalità orizzontali/verticali (le ombre, la piazza, le case alte, la torre-orologio, la luna) si alternano a contrasti buio/luce (la notte, l’orologio illuminato, la luna, le nere ombre, l’arena bianca). Un panorama notturno vuoto nel quale la figura umana appare, negli ultimi due versi, come presenza fantasmatica. Nel brano di Dallapiccola – scritto nel 1954 per orchestra e riproposto nel 1961 in una versione per otto strumenti – ruotano lenti motivi di tre suoni legati che si perdono nel nulla, la cui calma linearità è spezzata da brevi, improvvisi, violenti stati di tensione. Le frasi si espandono e sembrano aprirsi nel vuoto (ricorrenti sono gli echi, i silenzi, i respiri), mentre il tempo appare chiuso in una ripetitività circolare, spiralica, presentando ciclicità e ritorni variati, riflessi di frammenti specchiati in contrappunto, come in un labirinto. Rimangono costanti sia le riprese della sequenza melodica principale, prevalentemente isocrona, sia gli inserimenti delle improvvise e contrastanti parentesi drammatiche. Non sono, queste ultime, punti culminanti conquistati gradualmente ma, al contrario, terribili lacerazioni imposte dall’esterno. O - se vogliamo - create dal soggetto stesso, dall’io narrante della poesia di Machado: croniche ‘fitte’, forse proiezioni spaventose di una coscienza individuale, altra faccia o vero volto del senso di solitudine espresso dalla tenue sequenza melodica.
__________________________________________________________________________
Bruno Maderna, Serenata per un satellite (1969) per ensemble
“Scritto nel 1969 e dedicato all’amico Umberto Montalenti, Serenata per un satellite è, per certi aspetti, un gioco musicale. La scelta, la distribuzione e la natura degli strumenti sono aperte, possono cioè essere diverse ad ogni esecuzione. La materia musicale è anch’essa aperta. Gli strumentisti possono scegliere essi stessi quali frammenti suonare e si possono prevedere rielaborazioni diverse ( ) dei dati originali forniti da Maderna, talvolta in forma puramente grafica. È il direttore d’orchestra che deve regolare il flusso di quei frammenti e deve stabilire la densità e la forma dello sviluppo musicale: spetta cioè a lui “mettere in orbita questa piacevole e innocente serenata”
Con queste parole Luciano Berio – che ha condiviso molte importanti esperienze insieme a Maderna ed è stato fra i migliori interpreti della Serenata – descrive lo spirito di un brano felicemente entrato nel repertorio di moltissimi strumentisti e significativo di un momento storico ove la musica italiana ed europea si aprivano con grande entusiasmo ad esperienze nuove. La “partitura” di questo brano, quindi, è poco più di una tavolozza di materiali grezzi: tali materiali richiedono di essere elaborati e calati in un disegno musicale collettivo che l’autore non definisce, ma delega agli interpreti. Maderna indica solamente che gli strumenti “possono suonare tutti insieme o separati o a gruppi – improvvisando insomma, ma! – con le note scritte”. La stessa durata del brano è lasciata libera, tra 4 e 12 minuti.
Come in qualsiasi gioco, quindi, regole e libera creatività coesistono aprendosi a reciproche influenze. L’aspetto grafico della partitura è anticonvenzionale, quasi pittorico: un solo foglio, con i suoi pentagrammi incrociati e sghembi che alludono forse a una serie di possibili traiettorie (o orbite) ciclicamente ripercorribili. Il dedicatario Umberto Montalenti (1916-2004), ingegnere e direttore dell’ESOC (European Space Operation Centre), con sede a Darmstadt, aveva progettato e coordinato il lancio, la notte dell’1 Ottobre 1969, del satellite europeo ESTRO I per lo studio dei fenomeni connessi alle aurore boreali. Nella stessa data Maderna “accompagnava” metaforicamente il satellite nello spazio attraverso il suo giocoso messaggio di libertà musicale, dirigendo la prima esecuzione della Serenata per un satellite.
Mauro Bonifacio – Laboratorio di Musica Contemporanea
___________________________________________________________________________________
SARA CANEVA
Nata nel 1991, è diplomata con 110 e lode in Composizione e Pianoforte al Conservatorio Santa Cecilia di Roma. Studia in seguito Direzione d’Orchestra presso il Conservatorio G. Verdi di Milano e la Musikhochschule Stuttgart, con V. Parisi e P. Borin. Scelta per il Dirigentenpodium Baden-Württenberg 2016, ha seguito masterclass con G. Gelmetti, P. Järvi, C. Metters, R. Numajiri, E. Nicotra, P. Bellugi. Ha debuttato come direttore d’Opera nel 2014 con L’elisir d’amore di G. Donizetti presso il Teatro Mancinelli di Orvieto. Ha collaborato con il Festival Pontino, l’Accademia Musicale Chigiana, con le Orchestre SWR (Konstanz) e laVerdi; ha diretto in concerto la PSO di Eindhoven, l’Orchestra Bulgaria Classic, la Berlin Sinfonietta, l’Orchestra del Conservatorio di Milano, il Dedalo Ensemble, il Divertimento Ensemble. Attiva anche come compositrice, si dedica con attenzione al repertorio dei secoli XX e XXI.
___________________________________________________________________________________
ENSEMBLE LMC – CONSERVATORIO G.VERDI DI MILANO
Il Laboratorio di Musica Contemporanea del Conservatorio di Milano è un luogo di approfondimento di specifiche capacità tecniche e interpretative riguardanti la musica del secondo Novecento e contemporanea. Il LMC promuove progetti differenziati, rivolgendosi a giovani musicisti interessati ad ampliare la propria personalità, aprendola compiutamente verso la creatività del nostro tempo. È questo, infatti, uno degli obiettivi principali del LMC: l’inserimento dei progetti di studio e performance in realtà produttive di alto livello, agevolando il collegamento tra la fase di apprendistato e la professionalità dei giovani esecutori. Tra i progetti realizzati negli ultimi anni figurano la Finale del III Concorso Internazionale di Composizione del Conservatorio di Milano; la collaborazione con il CNSMDP di Parigi per la formazione di un ensemble italo-francese; i concerti - molti dei quali registrati e trasmessi da RAI Radiotre - per i Festival Suona Italiano e Suona Francese, per il Festival Milano Musica (7 edizioni) e il Festival Pontino (2 edizioni). Mauro Bonifacio è responsabile, dal 2000, delle attività del LMC.