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1915 IL CANTO SPEZZATO. MUSICA E POESIA ARMENA.

Martedì 21 gennaio 2020 - ore 17:00

Museo del Novecento - Sala piano terra

Piazza Duomo 8, Milano

ingresso libero fino a esaurimento posti

Ani Balian soprano, Gianfranco Iuzzolino pianista,

Luca D’Addino reading, Tariel Bisharyan, voce recitante

propongono propongono una serata

in ricordo delle vittime del genocidio armeno.

 

Con l’Evento “1915, IL CANTO SPEZZATO. I crimini contro l’umanità non vanno in prescrizione” dedicato al Genocidio degli Armeni perpetrato dal governo dei Giovani Turchi a partire dal 1915, si vogliono ricordare i fatti storici dedicando una serata alla memoria, alla musica, ai canti e alla poesia armena.

Il soprano Ani Balian, accompagnata al pianoforte dal maestro Gianfranco Iuzzolino, interpreterà i canti armeni tradizionali raccolti dal grande etnomusicologo Komitàs. La musica sarà alternata ad interventi di lettura di poesie di poeti armeni che hanno vissuto in prima persona il genocidio prima di essere a loro volta trucidati. Reading di testimonianze tratte da pubblicazioni dell’epoca sulle efferate violenze subite dalla popolazione armena inerme.
La proiezione di immagini dell’epoca contribuirà alla contestualizzazione storica degli eventi. L’annientamento della popolazione armena in Anatolia è stata completata con la distruzione delle testimonianze della sua millenaria cultura e storia su quelle terre, e la rovina quasi totale del patrimonio architettonico risalente al medioevo.

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I POETI

 

KOMITAS (Soghomon Soghomonian) è per il popolo armeno un simbolo: geniale compositore e testimone dello sterminio del suo popolo. Nasce nel 1869 a Kutahya, in Anatolia. Perde i genitori in giovane età e viene adottato dallo zio paterno, cantore nella chiesa cittadina. Nel 1881 si trasferisce a Etchmiadzin, Armenia, per compiere gli studi nel seminario Gevorgianfino al 1893. Importantissimo il suo lavoro di etnomusicologo e paleografo musicale: viaggiando per le regioni armene, trascrive ciò che ascolta e salva dall’oblio centinaia di canti popolari armeni; un lavoro di ricercatore, molto prima di Kodàly e Bartòk in Ungheria, che restituisce al patrimonio musicale mondiale un materiale di qualità, che altrimenti sarebbe andato perduto. Si trasferisce a Berlino nel 1896 per perfezionarsi in ambito compositivo e musicologico. Completa gli studi di Filosofia della Musica all’Università Friedrich-Wilhelm nel 1899. Nel 1906 è a Parigi per tenere un concerto che riscuote grandissimo successo, ripetuto poi a Zurigo, Losanna e Ginevra, suscita l’ammirazione di Debussy. Compone musica bella, percorsa da una vena malinconica e intrisa di antico dolore. Viene arrestato a Costantinopoli la notte del 24 Aprile 1915, con altri intellettuali armeni: i “giovani turchi” avevano dato inizio alla “costruzione della Turchia moderna”: era necessaria per il compimento del loro piano nazionalista “la Turchia ai turchi”, la sistematica soppressione della minoranza armena. Komitàs viene salvato dall’assassinio per l’intervento dell’Ambasciatore degli Stati Uniti, Henry Morgenthau. Torna devastato, fisicamente e mentalmente. Aveva visto l’abisso. Si chiude in un solitario assoluto silenzio fino alla sua morte nel 1935.

SIAMANTO, pseudonimo di Atom Yardjanyan, nasce il 1 gennaio 1878 a Akn, nell’Armenia anatolica, in una famiglia agiata. Nel 1892 si trasferisce a Costantinopoli, dove continua gli studi frequentando l’Istituto Berberyan. Nel 1896 per sfuggire ai massacri, si rifugia in Egitto, al Cairo. Nel 1897 si reca in Svizzera, a Ginevra, per compirvi gli studi universitari. Da lì passa a Parigi, dove per tre anni frequenta la facoltà di filologia alla Sorbona. Nel 1902 pubblica il primo volume di poesie: Tyutzaznoren (Eroicamente). Vive in Europa fino al 1908, in Austria, Francia e Svizzera. Nel 1908 va negli Stati Uniti, dove fonda il giornale Hayrenik (Patria). Nel 1910 appare a Boston il primo volume delle sue Opere Complete comprendente Eroicamente, Gli Armeni, Torce di speranza e di agonia, Rosse notizie dal mio amico e Invito alla Patria.

Nel 1913 visita il Caucaso. Torna a Costantinopoli nel 1914. Viene arrestato dal governo dei “giovani turchi” nell’aprile 1915 insieme ad altri intellettuali armeni. Viene deportato e trucidato in una località ignota dell’interno dell’Anatolia.

DANIEL VARUJAN (Ciubukiaryan) nasce nel 1884 a Prknik, un villaggio nei pressi di Sebastia, in Anatolia. Nel 1896 segue la famiglia a Costantinopoli, dove per due anni frequenta la scuola mechitarista. Nel 1902 si reca a Venezia per frequentarvi il Collegio Armeno Murat-Rafael, dove rimane fino al 1905. Quindi si trasferisce in Belgio per frequentarvi l’Università di Gand, la facoltà di Lettere e Scienze sociali ed economiche. Dopo la laurea, nel 1909 torna a Prknik dove rimane fino al 1912 facendo l’insegnante. Ha poi insegnato a Evtokia, a Sebastia e infine a Costantinopoli, direttore dell’Istituto S. Krikor Lusavoriç (San Gregorio Illuminatore). Pubblica il primo volume di liriche Fremit nel 1906 a Venezia. Sono apparsi successivamente Ciart - La strage 1907, Il cuore della stirpe 1909 e Canti pagani 1912. Postumo è stato pubblicato il suo Il canto del pane, suo ultimo lavoro, rimasto incompiuto, rinvenuto negli archivi della censura turca. Arrestato dal governo dei “giovani turchi” nell’aprile 1915, venne deportato e brutalmente assassinato per lapidazione a Tone, località dell’interno dell’Anatolia.

VAHAN TEKEYAN nasce a Costantinopoli il 31 gennaio 1878, studia negli Istituti Nersesyan, Berberyan e Getronagan. Nel 1896 si reca in Inghilterra, poi in Francia, Germania e Egitto. Nel 1908, all’atto della promulgazione della Costituzione Ottomana, torna a Costantinopoli. Alla vigilia della guerra mondiale, il Consiglio dei Deputati Armeni lo manda in missione a Gerusalemme, da qui Tekeyan raggiunge l’Egitto, sfuggendo così all’arresto e all’assassinio. Sarà in Francia quale membro della Delegazione Armena capeggiata da Nubar Pascià. Fonda e dirige giornali, pubblica sei volumi di poesie. Nel 1920 torna a Costantinopoli, ma il movimento kemalista lo costringe a rifugiarsi in Bulgaria, da dove passa in Grecia e Siria, per finalmente stabilirsi nel 1926 in Egitto, al Cairo, dove vive fino al 1945, 4 aprile, data della sua morte. Viene seppellito nel cimitero armeno di Marmina, ove riposano gli scrittori armeni Arpiar Arpiaryan e Yervant Odyan.

GLI INTERPRETI

Ani Balian

Armena, cittadina italiana, vive a Milano. Dopo gli studi musicali e teatrali (Accademia di Brera, Conservatorio, Piccolo Teatro di Milano), continua lo studio della tecnica vocale con Franco Corelli, approfondendo con il grande tenore il repertorio del soprano drammatico. Si dedica inoltre al repertorio liederistico, con particolare attenzione a quello tedesco e russo. Avendo iniziato lo studio del canto come mezzosoprano, ha in repertorio anche i ruoli tipici di questa voce. Svolge attività concertistica e teatrale in Italia e all’estero. Nel settembre 2014 idea e realizza l’Evento multimediale 1915 IL CANTO SPEZZATO dedicato alle vittime del Genocidio degli Armeni, che da allora è stato rappresentato numerose volte a Milano (Mudec, Gallerie d’Italia, Sala Viscontea del Castello...) e in altri Comuni. Il 21 aprile 2018 l’Evento è stato rappresentato in Palazzo Marino, sede del Comune di Milano, per la Ricorrenza del Genocidio degli Armeni 24 aprile, con i saluti del Sindaco Giuseppe Sala.

Gianfranco Iuzzolino

Inseguendo le orme del nonno materno musicista, ha intrapreso lo studio del pianoforte e successivamente della composizione (tra i suoi maestri Giorgio Martini, Marco Zambelli, Riccardo Marsano, Albino Varotti). Già nel periodo degli studi ha mostrato particolare interesse per la musica operistica. Ha iniziato l’attività di Maestro sostituto presso il Teatro dell’Opera di Lione per continuare poi al Carlo Felice di Genova, al Teatro Grande di Brescia, al Teatro Ponchielli di Cremona e al Teatro Sociale di Como. Nel corso della propria attività ha collaborato tra gli altri con Renata Scotto, Katia Ricciarelli, Giuseppe Taddei, Rolando Panerai. Appassionato cultore dell’Ottocento, ha raccolto molto materiale su questo periodo, con particolare attenzione al repertorio poco noto. Questa attività di ricerca e di studio lo ha portato ad essere tra i curatori della rassegna “Verdi Ridotto”, svoltasi nel ridotto del teatro Regio di Parma. Svolge la carriera concertistica di accompagnatore sia in Europa che in Giappone.

Luca D’Addino

32 anni, attore diplomato alla Civica Scuola di Teatro Paolo Grassi di Milano. Incontra nel suo percorso teatrale registi quali Claudio Morganti, Serena Sinigaglia, Massimo Navone, Milena Costanzo con i quali ha l’opportunità di lavorare nel corso degli anni. L’ultima produzione all’attivo lo vede interprete di un testo inedito di Dario Fo e Franca Rame Storia di Qu per la regia di Massimo Navone.

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