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OMAGGIO AD ANGELO PACCAGNINI

21e 29 novembre, 4 dicembre 2018 e 15 gennaio 2019

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Giovedì 29 novembre 2018 - ore 10:30

Auditorium “A. Paccagnini”

Piazza XXV aprile, Castano Primo

Concerto rivolto alle scuole superiori di Castano Primo

Concerto per Angelo Paccagnini. Pioniere della musica elettronica

a cura di Dante Tanzi e Eraldo Bocca (Associazione Audior)

Programma

 

Sequenze e strutture, per nastro magnetico [1961]

Durata: 7’ 24”

 

Bivio - letture nello spazio, per voci registrate e suoni elettronici [1968]

Durata: 12’ 46”

 

Il sale della terra, per coro, coro recitante e suoni elettronici [1969]

Durata: 9’ 51”

 

Partner, per voce femminile e suoni elettronici [1969]

Durata: 12’ 38”

 

Interprete all’acusmonium

Dante Tanzi

Progetto elettroacustico

Eraldo Bocca

Presentazione

A cura di Gabriele Ranica

 

Parlare di Angelo Paccagnini mi mette sempre in imbarazzo, cosa scrivere? I sentimenti non sempre si lasciano trascrivere, troppo personali, troppo nascosti anche dentro noi stessi. Angelo Paccagnini, per chi l’ha conosciuto, è stato non soltanto un Maestro, un insegnante, ma anche un amico vero ed interessato del mondo come della musica dall’ultimo suono all’insieme dei suoni, come dall’ultimo problema esistenziale a quelli più universali. Cosa dire di Angelo? Uomo vivace e timido, ma soprattutto fiero delle sue scelte, per questo vivace, e spesso timido nel rievocare tutto se stesso, una timidezza inarrivabile. Lo conobbi al Conservatorio di Milano nel lontano 1976, invitato a seguire una sua lezione. Rimasi impressionato dal suo stile e dal suo essere umano con i suoi studenti, ma, nello stesso tempo, autorevole nel pretendere le precisioni ed i perché delle loro scelte. Temo di essere stato scioccato un uomo timido e spregiudicato: irraggiungibile. Ricordo poi l’amicizia e l’impegno per il Comune di Castano Primo quando mi si offrì per darmi una mano: ecco un uomo che, quando prendeva una decisione, la portava fino in fondo. E’ sempre stato un esempio di vita, mi diceva sempre: non giudico la tua musica, giudico com’è fatta. Ecco è quello che dico oggi ai miei studenti: non giudico quello che scrivete, giudico come scrivete.

 

Note di Programma

A cura di Gabriele Ranica e Laura Zattra (*)

 

Angelo Paccagnini Sequenze e strutture, per nastro magnetico [1961]

L’interesse di Paccagnini per la ricerca sul suono si sviluppò grazie alla frequentazione con i componenti dello Studio di fonologia della RAI di Milano, al quale nel 1959 chiese di poter lavorare. Il 1959 segnò anche un rinnovamento dello Studio: Luciano Berio si dimise da direttore, gli subentrò Renzo Dall’Oglio e lo Studio si aprì a un nutrito gruppo di compositori italiani e stranieri. Il primo brano elettronico di Paccagnini fu Sequenze e strutture (1961), una progressione di altezze sempre meno riconoscibili realizzate con generatori di onde e filtri. Di Sequenze e strutture così ha scritto il musicologo Massimo Mila: “[…] Nel pezzo di Paccagnini sembra di avvertire in principio qualche episodio con frequenze ancora riconoscibili e intervalli che è possibile valutare. Ma per lo più siamo già oltre [...], in una terra deserta, dove l’orecchio non trova più appoggio sui gradini tradizionali delle scale diatonica o cromatica. Poi, verso la fine (il pezzo dura circa 7 minuti e mezzo), ecco d’improvviso nascere un interesse nuovo: un gioco di suoni staccati, specie di fantomatici pizzicati, incatena l’orecchio nelle spire di un discorso. Saranno i timbri, saranno gli attacchi del suono, manovrati con coerenza, saranno, magari, anche i rapporti delle frequenze; fatto sta che di punto in bianco il nostro orecchio cessa di cercare inutilmente tracce superstiti del vecchio mondo musicale, come se avesse imparato tutto d’un tratto il linguaggio nuovo. La verità è che questo linguaggio nuovo comincia a tratti a sapere stabilire un contatto e a catturare l’attenzione senza bisogno di ricorrere a sopravvivenze della lingua antica”.

(*). Le note di programma del concerto e le note biografiche di Angelo Paccagnini sono state redatte attingendo al volume di AA.VV. Lo scontento cosmico - Angelo Paccagnini, a cura di Gabriele Ranica, Raccolto Edizioni, 2005, e dalla voce PACCAGNINI, Angelo, di Laura Zattra - Dizionario Biografico degli Italiani - Volume 80 (2014). http://www.treccani.it/enciclopedia/angelo-paccagnini_%28Dizionario-Biografico%29/

Angelo Paccagnini Bivio - letture nello spazio per voci registrate e suoni elettronici [1968]

Nel 1966 Angelo Paccagnini entrò nel Comitato di direzione dello Studio di fonologia musicale della RAI (che dal 1963, dimessosi Dall’Oglio, aveva sostituito la figura del direttore unico), con Emilio Castellani e Luigi Rognoni; dal 1968 al 1970 divenne direttore: in uno dei suoi primi interventi in questa nuova veste (14 maggio 1968) presentò le attività dello Studio in una puntata del programma radiofonico Musica ex machina, a cura di Domenico Guaccero e Pietro Grossi, dal titolo Studi sperimentali italiani a confronto. Con Bivio inizia per Paccagnini una nuova fase compositiva: Bivio fu un lavoro «per ascolto mono e pluri-aurale» per voci registrate e suoni elettronici concepiti «a differenti livelli di lettura» su testi dell’Antico Testamento e del poeta e teologo Huub Oosterhuis letti da Gino Stefani e Eugenio Costa. Di Bivio ha scritto Riccardo Bianchini: “… espressione questa volta dell’alienazione e della mistificazione religiose, opera concreta in quanto fa uso esclusivo di suoni registrati dal vivo e successivamente rielaborati elettronicamente, e che si può definire teatro su nastro”.

 

Angelo Paccagnini Il sale della terra, per coro, coro recitante e suoni elettronici [1969]

Da sopravvissuto alla catastrofe della guerra, Angelo Paccagnini sembra proprio aspirare all’Utopia di una nuova condizione umana, di una rappacificata coscienza sociale. E’ musica utopica la sua, con quella forza che Bloch aveva già individuato nella vera Utopia. L’arte stessa è u-topia, si situa ciò in un luogo che non fa parte del pensiero e del fare quotidiano, ma abita altrove, su una soglia enigmatica dove si decide del sì e del no, al confine fra senso comune e gesto straordinario che, proprio per questa sua eccezionalità, fa eccezione rispetto alle altre discipline e non si lascia facilmente imbrigliare dalle maglie del politicamente corretto. Una frase dell’opera Il sale della terra è, da questo punto di vista, emblematica e riferibile a tutta quella musica (e non soltanto alle forme politiche o/e religiose cui fa riferimento l’opera stessa) che pone se stessa come unica: “Se un sistema è soltanto un sistema, è un ordine ingiustificato”.

 

Angelo Paccagnini Partner, per voce femminile e suoni elettronici [1969]

Partner viene commissionata dalla RAI e scelta dal Groupe de Recherches Musicales di Parigi per rappresentare lo Studio di Fonologia Musicale della RAI di Milano ai concerti della Biennale di Parigi. Partner è, per l’Autore, “l’altra parte, la parte che fa coppia con qualcosa o con qualcuno”, e finisce per subire lo smacco dell’esperienza esistenziale quotidiana ed estrema (la droga e l’estraniazione dell’individuo), che è in definitiva l’esperienza dell’uomo nei rapporti che intrattiene con la società attuale. Così scrive Armando Gentilucci: “La voce femminile, che campeggia acusticamente in questo pezzo, non subisce manipolazioni di sorta nella registrazione e mira a darci “al naturale” un diagramma frutto di un’esperienza emozionale traumatizzante: essa si appoggia ad una fascia di suoni elettronici inserita in un circuito programmato (modulatore ad anello) che attraverso la mutazione ciclica rende instabile e come priva di punti d’appoggio la percezione sonora di fondo. Il coro finale, costituito da cellule ripetute periodicamente, si fonde con sinusoidi in un rapporto interno costante di quinta (si-fa diesis)”.

 

 

 

Angelo Paccagnini

Angelo Paccagnini (Castano Primo, 17 ottobre 1930 - 2 luglio 1999) è stato un compositore e didatta. Ha completato gli studi musicali presso il Conservatorio “G. Verdi” di Milano diplomandosi in clarinetto (1953), musica corale e direzione di coro (1954), composizione e strumentazione (1955).  È stato allievo di Bruno Bettinelli (1953) ed ha lavorato, a partire dal 1958, con Bruno Maderna e Luciano Berio allo Studio di Fonologia Musicale della RAI di Milano, di cui è in seguito divenuto direttore (dal 1969 al 1971).

Nel 1969, un anno prima della fine del mandato di direttore nello Studio di fonologia, Paccagnini ha fondato la cattedra di musica elettronica al Conservatorio di Milano: una delle prime in Italia, dopo Firenze e Torino (stabilì inoltre una convenzione con lo Studio di fonologia per l’accesso alle attrezzature da parte degli studenti). Risalgono a questi anni le sue prime opere che, accanto a suoni elettronici o registrati e agli strumenti musicali, ricorrevano a media come gli schermi televisivi o la grafica (La cena, 1971; C’era una volta un re, 1974; Olivo verde vivo, 1977). Dal 1969 al 1980, da questa cattedra ha insegnato composizione e musica elettronica a numerose generazioni di giovani allievi. Nel 1980 ha avuto l’incarico di direttore del neocostituito Conservatorio di Mantova. Dal 1983 al 1989 ha diretto il Conservatorio di Verona. Durante i suoi mandati si è occupato del consolidamento delle attività didattiche e musicali, sollecitando l’installazione di impianti fonoacustici tecnologicamente avanzati. A Verona ha promosso con l’Accademia filarmonica una serie di concerti e un concorso per giovani talenti.

Negli anni Ottanta (anche in seguito alla chiusura dello Studio di fonologia), la sua ricerca nel campo della musica elettroacustica è proseguita nel Laboratorio di informatica musicale sorto nell’Università di Milano nel 1985 e diretto da Goffredo Haus; Paccagnini è stato responsabile dei progetti musicali e multimediali sviluppandone alcuni (La dolce ombra, 1990, per sintetizzatori controllati da elaboratore elettronico e registrazioni); ha seguito alcune tesi di laurea e ha pubblicato articoli sul problema della conservazione dei materiali audio. Nel 1998 è stato fra i promotori dell’Orchestra universitaria di Milano. Negli ultimi anni si è dedicato alla revisione di alcune sue opere giovanili, per depurarle dagli estremismi della prima fase strutturalista; tra queste, nel 1988, i Quattro studi per orchestra (1953). Nel 1963, con la compagna Carla Bianchi-Weber ha fondato e diretto il complesso Ars Antiqua, specializzato nell’esecuzione di musiche medioevali, rinascimentali e barocche. Per incarico dell’Accademia Filarmonica di Verona, nel 1984 ha costituito e diretto l’orchestra femminile Nuova Armonia.

Ha curato, assieme a Carla Bianchi-Weber, numerose edizioni e revisioni di musiche di compositori dell’età medioevale, rinascimentale e barocca, testimoniate nelle raccolte discografiche edite da RCA-Italia, Fonit-Cetra e PCC-Assisi. E’ stato curatore di alcuni cicli musicali per la Radio e la Televisione italiana: Musica, Musica, Musiche al tempo di Dante (con F. Ghisi), La musica moderna tra suono e rumore (con Massimo Mila). Dagli anni Settanta, ha tenuto numerosi seminari e conferenze in tutta Italia e all’estero.  

Dal 1953 le sue opere sono state rappresentate nei principali Festival e teatri italiani ed europei (La Scala di Milano, La Fenice di Venezia, Varsavia, Parigi, Ostenda, Amburgo, Darmstadt, eccetera). Tra i riconoscimenti nazionali ed internazionali si ricordano il Premio Italia 1964 per l’opera radiofonica Il dio di oro e il premio Tribune Internationale des Compositeurs, assegnatogli a Parigi nel 1965. Numerosissime sono state le conferenze tenute in Italia e in Europa sui problemi della Musica e sulla didattica musicale, in speciale modo sulla didattica musicale nella scuola dell’infanzia, testimoniate da scritti e atti di convegno, nonché da libri e brevi saggi. È scomparso il 2 luglio 1999 dopo una lunga malattia.

L'acusmonium: un'orchestra di altoparlanti

Chiamato anche 'Orchestra di altoparlanti', l'acusmonium è uno strumento che consente la diffusione spazializzata di musica registrata su supporto analogico o digitale: opere di musica acusmatica ma anche produzioni radiofoniche, video e cinematografiche. Durante la diffusione gli altoparlanti sono posti intorno al pubblico; un interprete alla consolle al centro della sala interviene sulla collocazione spaziale dei suoni, sul volume e sulle loro caratteristiche timbriche. L'acusmonium è in grado di offrire una esperienza di ascolto unica: ogni esecuzione è una interpretazione, e per questo ogni concerto è irripetibile.

 

L'acusmonium AUDIOR

Interamente progettato e realizzato nel 2012 da Eraldo Bocca, l'acusmonium mobile AUDIOR è uno strumento unico nel suo genere, costituito attualmente da un totale di 64 diffusori (fra banda intera e "colorati") e 44 amplificatori, dispone di una consolle di spazializzazione analogica di 32 canali e di due consolle digitali da 16 canali. Dal 2012 sono stati proposti con AUDIOR 40 concerti di musica acusmatica, che hanno visto l’esecuzione di opere di repertorio e prime esecuzioni assolute. AUDIOR è stato chiamato a partecipare anche a tre diversi festival: Il Festival 5 giornate (Milano, 2014, 2017 e 2018), Il Festival Contemporanea - Acusmatica (Udine, 2017), Il Festival Musica e Suoni (Sarzana, 2018). L’acusmonium AUDIOR viene utilizzato anche nell’ambito dello svolgimento di laboratori e masterclass.

 

La musica acusmatica

La musica acusmatica è un’arte sonora le cui opere sono realizzate con suoni ripresi da microfono e/o sintetizzatore, manipolati e fissati su supporto analogico o digitale. Si differenzia sia dalle elettroniche “di consumo” per l’assenza di suoni di batteria elettronica che scandiscono il tempo, sia dalla musica elettroacustica o elettronica dal vivo (di origine “colta” o “popular”) perché, in “concerto”,  non sono presenti strumentisti che producono o elaborano suoni. E’ creata per essere ascoltata tramite una complessa rete di altoparlanti, detta “acusmonium”. Per l'esecuzione in concerto è necessario elaborare una interpretazione spazializzata, che sia utile a organizzare lo spazio acustico secondo le caratteristiche della sala e lo spazio psicologico secondo le caratteristiche dell'opera.

 

L’interpretazione spazializzata

L'interpretazione spazializzata richiede da parte del direttore del suono un lavoro preparatorio comparabile a quello richiesto per ogni interpretazione musicale: ascolti multipli e analisi dell'opera; realizzazione di una partitura di diffusione o almeno di schemi di orientamento; riflessione sulle scelte musicali del compositore per sottolinearne il carattere; un lavoro di dettaglio sulla struttura. Il lavoro di chiarimento per l'ascolto (e talvolta di dissimulazione di alcune imperfezioni tecniche o di debolezze della composizione) richiede una disposizione dei gruppi di altoparlanti in funzione delle strategie di proiezione, con una serie di prove per sezioni, per gruppi di sezioni, un lavoro di incastri, di esecuzioni "filate", e la memorizzazione di strutture obbligate.

 

L'associazione Audior

L'associazione Audior (www.audior.eu) è stata fondata nel 2015 da Eraldo Bocca e Dante Tanzi. I suoi fini associativi riguardano lo studio, la pratica, l’approfondimento e la diffusione della musica acusmatica.

A questo scopo l'Associazione si propone di promuovere, sviluppare e diffondere la cultura musicale elettroacustica acusmatica e gli artisti (compositori e interpreti) che ne esprimono lo spirito, valorizzandone dovunque l’opera, l’immagine e l’ingegno; promuovere, organizzare e gestire corsi di didattica sullo strumento acusmonium, di storia della musica elettroacustica, masterclass di perfezionamento sull’acusmonium, lezioni-concerto, laboratori di spazializzazione del suono, laboratori

di progettazione e costruzione elettroacustica, registrazioni fonografiche, seminari, workshop, spettacoli itineranti ed ogni altra iniziativa atta a diffondere la conoscenza e le pratiche della composizione elettroacustica, dell’interpretazione spazializzata, della liuteria elettroacustica tra giovani e adulti.

 

Eraldo Bocca

Progettista e costruttore elettroacustico e consulente nell’ambito della progettazione acustica ambientale, ha progettato e realizzato l’acusmonium mobile AUDIOR. Pur ispirandosi ai dispositivi mobili in uso in Francia (Radio France, Motus) e in Belgio (Musique Recherches), Bocca ha introdotto criteri costruttivi che legano in modo efficace la diffusività, la modularità e la distribuzione geografica degli altoparlanti. Collaboratore del CESMA (Centro Europeo Studi Musica e Acustica) di Lugano, ha curato per l’auditorium del Centro Culturale San Fedele di Milano l’allestimento dell’acusmonium SATOR (50 altoparlanti), inaugurato nel gennaio 2012 e utilizzato negli eventi organizzati nell’ambito delle stagioni di ‘San Fedele Musica’. 

È membro fondatore dell’associazione AUDIOR.

 

Dante Tanzi

Diplomato in musica elettronica al conservatorio di Como, ha studiato interpretazione della musica acusmatica in Francia. Dal 2012, in qualità di interprete all’acusmonium prende parte alle stagioni di ‘San Fedele Musica’ e ai concerti con l’acusmonium mobile AUDIOR, di cui cura la programmazione. Nel 2011 e nel 2014 ha curato il programma dei concerti di musica acusmatica per il ‘Festival 5 Giornate’ di Milano. Sue composizioni sono state eseguite in Italia e all’estero. Dal 1985 al 2009 ha lavorato presso il L.I.M. - Laboratorio di Informatica Musicale dell’Università degli Studi di Milano. Ha pubblicato saggi su Leonardo Music Journal, Leonardo, Organised Sound, Crossings and Contemporary Music Review.

È membro fondatore dell’associazione ‘AUDIOR’.

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