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OMAGGIO A MARINO ZUCCHERI

Marino Zuccheri and friends

21 giugno 2016 - 14 gennaio 2017

 

 

​Martedì 6 dicembre 2016 - ore 17:30

Museo del Novecento - Sala Arte Povera

 

L’omaggio a Marino Zuccheri che il collettivo_21 presenta questa sera vuole essere un percorso alla ricerca e alla riscoperta del suono: tre prime assolute di giovani compositori che hanno risposto a un call for scores indetto dall’ensemble per l’occasione, e cinque pezzi di grandi nomi del Novecento e dei nostri giorni, a condurci idealmente nel ricordo del grande artefice dello Studio di Fonologia della Rai di Milano.

 

 

 

 

 

 

programma del concerto

 

Luca Brignole (1987) D’aria e di memoria, per ensemble (prima esecuzione assoluta) Giacomo Manzoni (1932) Percorso i, per sax alto
Luciano Berio (1925-2003) Lied, per clarinetto
Franco Donatoni (1927-2000) Clair (I), per clarinetto

Federico Perotti (1993) Mutazioni, per ensemble di fiati (prima esecuzione assoluta) Salvatore Sciarrino (1947) Due notturni crudeli, per pianoforte
Luciano Berio Sequenza I, per flauto
Luca Ricci (1992) Prima collettiva, per ensemble (prima esecuzione assoluta

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

In apertura D’aria e di memoria di Luca Brignole (1987): un inizio contraddistinto da lunghi gesti, come in un rituale che vuole condurre l’ascoltatore dentro il suono del pianoforte; il cluster alle corde più gravi dello strumento rappresenta la genesi della composizione, nata come omaggio a Bruno Maderna e Luciano Berio. Così come per gli esecutori è necessario possedere una notevole padronanza dello strumento – il compositore stesso sottolinea in una nota: “Le dinamiche, quasi sempre piano o pianissimo, impongono a ogni esecutore qualcosa di più di un buon controllo dello strumento” – agli ascoltatori è richiesta un’attenzione particolare per cogliere il risultato fonico complessivo, in cui si percepiscono frammenti che vanno oltre la semplice citazione, mutando di significato e creando un amalgama con il suono grave del pianoforte, per venire di nuovo alla luce a tratti quasi nitidamente, dissolvendosi poi in uno sfondo dai contorni sfumati.

 

A condurci nella storia dello studio di Fonologia della Rai di Milano è Percorso i di Giacomo Manzoni (1932), figura di alto spessore che nella sua produzione e ricerca permette di evidenziare e ripercorrere idealmente i tratti essenziali della musica della seconda metà del secolo scorso. L’idea di scrivere i vari Percorsi, alcuni per strumento solo altri per ensemble, nasce dalla struttura di una delle sue opere più famose, Per Massimiliano Robespierre (1975), che era strutturata in scene, in cui vi era un contenuto narrativo chiaro, e percorsi, che invece aspiravano attraverso il suono a esprimere contenuti ideali. Così, i vari Percorso sono pezzi in cui il musicista è chiamato a mettere in luce le potenzialità del proprio strumento, perlustrandone le capacità tecniche e sonore. Percorso i (2005) vuole evidenziare le possibilità timbriche del sax: il suono dev’essere estremamente flessibile, in modo da mettere in luce i cambiamenti di stato sonoro e i contrasti dinamici, in un gioco di duplicità che non sta solo nella sonorità ma anche nella molteplicità espressiva dei brevi incisi contrastanti che rendono l’idea di quanto lo strumento e il pensiero compositivo possano spingersi ai limiti delle possibilità esecutive.

 

Con Lied di Luciano Berio (1925-2003) e Clair (I) di Franco Donatoni (1927-2000) si ricordano due grandi compositori che hanno lavorato a lungo nello Studio di Fonologia della Rai; protagonista di questi pezzi è il clarinetto, a cui i due si approcciano in maniera differente. Lied (1983) sembra ricordare Sequenza IX (1980) per le analogie nei processi compositivi: espansioni e contrazioni melodiche, ripetizioni e rimandi costituiscono una sezione tendenzialmente lirica, contrapposta ai brevi incisi staccati; quasi un dialogo senza parole, in cui lo strumento è il solo protagonista. La scrittura di Clair, specialmente quello che andremo ad ascoltare, ossia il primo dei due a cui Donatoni lavora nel 1980,

è differente: non si concentra sull’espansione melodica ma sulle potenzialità dello strumento nel registro acuto. Donatoni non è nuovo alle composizioni per strumento solo: dal 1977 infatti inizia a lavorare a pezzi di questo tipo, in un approfondimento che durerà vent’anni da Algo per chitarra a Till (1997) per corno. Tutte queste composizioni hanno la peculiarità di essere divise in due parti complementari, al fine di esprimere i differenti caratteri dello strumento. Nella prima parte di Clair il musicista è chiamato a un virtuosismo notevole, che non lascia all’ascoltatore tempo di riflettere ma che stupisce e trascina nel percorso di questa linea sonora impetuosa e articolata.

 

A Berio si lega Mutazioni di Federico Perotti (1993), che prende il titolo proprio dalla composizione per musica elettronica del compositore ligure. Perotti gioca sul signi cato della parola “mutazione”, in una trasposizione da linguaggio musicale a linguaggio letterale che è in fondo un ulteriore omaggio a Berio. Il brano, all’ascolto molto fruibile specie per il semplice tema iniziale in apertura, percorre in realtà direzioni molteplici: sia una variazione della melodia iniziale nei parametri compositivi (dinamico, armonico, ritmico e timbrico), sia in riferimento alla terminologia organistica che indica con “mutazione” i registri che producono una componente armonica del suono. Il tema, quindi, subisce una vera e propria destrutturazione che porta alla creazione di un altro linguaggio, che sottende un’attenzione particolare all’intreccio formale e una sottile ironia nel trattamento del materiale stesso.

 

“Senza tempo e scandito” è l’indicazione agogica riferita al primo dei Due notturni crudeli (2001) di Salvatore Sciarrino (1947). Riflettere su queste parole ci permetterà di muovere, almeno idealmente,

i primi passi nel pezzo in cui il compositore contrappone la ripetizione di una figura a brevi cluster discendenti che a tratti sembrano prendere piede, ma vengono regolarmente scalzati dal ritorno del materiale iniziale che subisce una mutazione ma non un’evoluzione, per poi scivolare in un gesto che quasi ricorda una cadenza, a chiudere il pezzo. Rispettare l’indicazione agogica è fondamentale per un’esecuzione che renda all’ascolto le potenzialità della scrittura; la stessa importanza ha l’indicazione “Furia e metallo” del Notturno n. 2, diverso nella struttura compositiva ma che riprende il concetto di materiali contrapposti e in mutazione. Qui, le brevi interruzioni che interrompono il gesto ampio e furioso – appunto – sulla tastiera del pianoforte acquisiscono un’importanza crescente, che le porta all’ascolto a diventare veri episodi musicali quasi in lotta con il gesto iniziale, che torna con forza e decisione, anch’esso cambiato ma non trasformato in qualcosa di completamente nuovo.

 

È il virtuosismo il filo conduttore tra la scrittura di Sciarrino e quella di Luciano Berio in Sequenza I per flauto, composta per il celebre strumentista Severino Gazzelloni nel 1958. “Tutte le Sequenze per strumenti soli hanno in comune l’intenzione di precisare e sviluppare melodicamente un discorso essenzialmente armonico e di suggerire, soprattutto nel caso di strumenti monodici, un ascolto di tipo polifonico1” dichiara Berio in un’intervista del 1981, e la Sequenza I incarna al meglio questi intenti, indagando le possibilità del flauto nell’ottica di creare un’ideale polifonia a cui giunge con l’impiego di multifonici, oggi tecnica acquisita ma allora mai utilizzata sul flauto. È una linea melodica in continua evoluzione, agile e precisa, che gioca con le dinamiche e i salti di registro, improvvisi e frequenti.

 

In chiusura Prima collettiva di Luca Ricci (1992), composizione che trascrive e rielabora un’improvvisazione del collettivo_21. Vera e propria testimonianza del suono che si rivela, Prima collettiva raccoglie nelle mani del trascrittore un lavoro d’insieme di cui tutto l’ensemble – a detta di Ricci stesso – può dirsi autore. Riassunto metaforico della ricerca sonora, dello scambio multidirezionale tra compositore ed esecutore, l’opera vuole rappresentare in maniera estremamente puntuale il suono, che però inevitabilmente torna nelle mani dei musicisti per subire un’ulteriore mutazione. Si rinnova il concetto di cambiamento; la necessità di una capacità esecutiva che rimanda all’idea alta di virtuosismo che aveva lo stesso Berio, come una capacità nata “da una tensione tra l’idea musicale e lo strumento, fra il materiale e la materia musicale”; un approccio compositivo che richiama tradizioni antiche ma anche altre, che lascia spazio alle opportunità di un suono esplorato inizialmente in maniera spontanea, rielaborato e ridato alla luce in una veste pronta a cambiare di nuovo.

 

collettivo_21

Fondato nel 2015 dall’iniziativa di sei giovani musicisti appassionati di musica contemporanea, il collettivo_21 ne coinvolge più di venti. Forte del talento dei suoi componenti e della loro giovane età anagrafica, esso si pone l’obiettivo di esplorare gli aspetti più interessanti e coloriti del repertorio degli ultimi cento anni, cercando sempre di equilibrare la proposta di brani più e meno celebri e nuove proposte. Programmi agili e ben studiati, note di sala accurate, voglia di mostrare nuovi punti di vista: ecco le parole d’ordine del collettivo_21. 

 

Lorenzo Di Marco, flauto
Si diploma nel 2015 presso il Conservatorio “G. Nicolini” di Piacenza sotto la guida del maestro Vincenzo Gallo, perfezionandosi negli ultimi anni anche con Mattia Petrilli. Studia presso il Centro Jazz di Torino e frequenta inoltre masterclass con Francesco Loi, Paolo Taballione, Barthold Kuijken e Chiara Tonelli. Attualmente è iscritto al biennio di musica da camera nella classe del maestro Marco Decimo. Parallelamente alla carriera solistica si esibisce come primo flauto nell’Orchestra Sinfonica del Conservatorio in teatri quali il teatro di Caorso, il teatro “Fraschini” di Pavia, la Sala Verdi di Milano e il teatro Municipale di Piacenza diretto da Roberto Tolomelli, Fabrizio Dorsi, Johan de Meij, Camillo Mozzoni e Domenico Tondo. Con l’Orchestra “A. Zanella” diretta dal maestro Fabrizio Dorsi partecipa alla stagione operistica presso il Teatro Municipale di Piacenza. Si esibisce inoltre in diverse formazioni cameristiche nella rassegna “Allegro con Brio” organizzata dalla Fondazione Teatri di Piacenza.

In occasione della manifestazione culturale “Portati una Sedia” si esibisce con il Collettivo CRISIS a Rovigo.

 

Tommaso Franguelli, percussioni
Piacentino di nascita, Tommaso Franguelli ha cominciato gli studi presso il conservatorio G. Nicolini di Piacenza, sotto la guida del Maestro D. Sacchi, nel 2011. La sua esperienza vanta numerose collaborazioni con l’Orchestra sinfonica e l’Orchestra di fiati del Conservatorio G. Nicolini e diverse partecipazioni alle rassegne di musica nel territorio locale (Allegro con brio, XNL festival, Festival del diritto per citarne alcune). Ha frequentato masterclass e suonato con direttori d’orchestra e musicisti dalla fama internazionale, tra cui Alex Jacobowitz e Johann de Meij. Attuale membro e cofondatore del Tempus Fugit Percussion Ensemble e membro del Collettivo 21, alterna gli studi all’attività didattica.

 

Arianna Groppi, flauto
Ha iniziato gli studi di Flauto Traverso e Ottavino a novembre del 2007 presso il Conservatorio G. Nicolini di Piacenza sotto la guida del M° Daniela Subitoni, conseguendo il titolo di Diploma di Flauto Traverso a giugno del 2014, alla giovane età di 17 anni. Attualmente frequenta il Biennio di specializzazione in Flauto Traverso sotto la guida del M° Vincenzo Gallo, perfezionandosi negli ultimi anni anche con Mattia Petrilli. Ha integrato continuamente la propria formazione partecipando a masterclass, tenuti da interpreti di chiara fama quali Paolo Taballione, Chiara Tonelli, Giovanni Paciello etc. Nell’anno accademico 2013/2014 entra a far parte dell’Orchestra Sinfonica del Conservatorio ricoprendo il ruolo di primo flauto, diretta allora dal M° Fabrizio Dorsi e successivamente

dal M° Domenico Tondo e dal M° Camillo Mozzoni.

 

Federico Lisandria, chitarra
Nato a Ponte dell’Olio (PC) nel 1990 e residente a Voghera, ha iniziato a suonare la chitarra a sei anni; ha quindi proseguito gli studi di chitarra classica presso il Conservatorio di Piacenza, dove si è diplomato con il massimo dei voti con il m° Giuseppe Pepicelli e ha successivamen- te conseguito il diploma accademico di 2° livello con 110 e lode. Ha frequentato masterclass e corsi di perfezionamento con maestri di fama internazionale quali Marcin Dylla, Tilman Hoppstock, Carlos Bonnell, Nuccio D’Angelo, Maccari e Pugliese e, presso l’Accademia Chigiana di Siena, con il maestro Oscar Ghiglia, ricevendo il diploma di merito. Vincitore di concorsi e borse di studio, svolge frequente attività concertistica in veste di solista e in formazioni cameristiche. Ha inoltre suonato chitarra e banjo nella rappresentazione teatrale de L’Opera da tre soldi di B. Brecht, e il mandolino nella serenata dal Don Giovanni di Mozart. Fa parte della Chitarrorchestra ‘Città di Voghera’ come chitarrista e componente del Consiglio Direttivo, e nell’ambito della stessa svolge attività musicale e didattica. Docente di chitarra classica presso la scuola media ha svolto attività didattica anche in collaborazione con il Conservatorio di Piacenza. Ha fondato e dirige la Piccola Orchestra Chitarrinsieme, composta da giovani chitarristi di 13-15 anni.

 

Miljan Minić, clarinetto
Nato a Belgrado, dove ha frequentato il liceo musicale “K. Stanković” sotto la guida del M° Milan Rajkovic. Nel 2012 si trasferisce in Italia, dove consegue la laurea triennale presso il conservatorio “F. Morlacchi” di Perugia, seguito dal M° Luca Saracca. Ha partecipato a progetti legati a diverse occasioni come la Festa Europea della Musica e il Festival dei Due Mondi di Spoleto, dove si è esibito come solista. Ha avuto occasione di perfezionarsi, tramite masterclass, con professionisti come Gabriele Mirabassi, Nicola Bulfone, Caroline Hartig e Alessandro Carbonare. Attualmente sta frequentando il biennio solistico sotto la guida del M° Paolo Beltramini, presso il conservatorio “Nicoloni” di Piacenza.

 

Daniele Nava, pianoforte
Inizia lo studio del pianoforte classico all’età di otto anni, formandosi privatamente sotto la guida del

M° Anna Somaschini. Successivamente consegue la laurea triennale in Lingue e letterature straniere presso l’Università degli Studi di Milano. Nel 2015 ottiene il biennio specialistico di secondo livello in pianoforte presso il Conservatorio G. Nicolini di Piacenza, sotto la guida del M° Guido Scano. È attualmente iscritto al biennio di musica da camera presso lo stesso Conservatorio, sotto la guida del

M° Marco Decimo. Ha seguito masterclass dei Maestri Andrzej Jasi ski, Natalia Trull, Alexandre Hintchev, Pietro De Maria, Ramin Bahrami, Prisca Benoit (duo pianistico) e Lorenzo Coppola (musica da camera). Ha al suo attivo numerose esecuzioni in pubblico sia in veste di solista sia come membro di formazioni cameristiche, esibendosi nei più svariati ambiti e contesti musicali a Piacenza e nel nord Italia. È uno dei membri dell’ensemble di musica contemporanea collettivo_21. All’attività esecutiva affianca da diversi anni quella didattica, grazie anche all’esperienza acquisita tramite corsi di perfezionamento e masterclass (M° Claudia Mattiotto – Metodo Dalcroze; M° Giuseppe Pepicelli – Pratica del metodo Feldenkrais; M° Patrizia Angeloni – Corso di Formazione di Didattica Propedeutica).

 

Lorenzo Ricchelli, sax
Ha conseguito il sia il Diploma tradizionale, sia quello di secondo livello con massimo dei voti, lode e menzione d’onore sotto la guida del M° Mario Giovannelli, presso il Conservatorio “G. Nicolini” di Piacenza. Ha ottenuto molti importanti riconoscimenti in competizioni solistiche nazionali e internazionali, vincendo primi assoluti, primi, secondi premi e premi speciali. Ha ottenuto cinque borse di studio e partecipato come allievo effettivo a Masterclass strumentali con Eugene Rousseau, Daniel Gauthier, Levente Puskas, Lev Pupis. In seguito alla vittoria del Premio Salieri 2014 ha avuto l’onore di suonare come solista il Concerto Op. 109 per saxofono e archi di A. Glazunov con l’Orchestra de

“I Virtuosi Italiani”. Ha inoltre eseguito il Concerto per saxofono e archi di Pierre-Max Dubois con l’Orchestra d’archi del Conservatorio di Piacenza e le Variazioni di Paganini sul Carnevale di Venezia per sax baritono e ati con l’Orchestra di Fiati della Vallecamonica (elab. Alessandro Palazzani). Ha collaborato come professore aggiunto al saxofono in produzioni sinfoniche con l’Orchestra Filarmonica Italiana, Orchestra del Teatro “Carlo Felice” di Genova, Orchestra “Haydn” di Bolzano e Trento, Orchestra della Fondazione “Arena di Verona”, Orchestra Sinfonica di Milano “Giuseppe Verdi”. Ha tenuto incontri di approfondimento strumentale ed e ettuato incisioni discografiche con formazioni di musica da camera e orchestrali e ha video-registrato il capitolo relativo alla presentazione del saxofono nel metodo multimediale per la Scuola Secondaria di Primo Grado Playlist. Ha studiato direzione con il M° Denis Salvini, partecipando come allievo e ettivo agli stage intensivi dei Maestri Dennis Louis Johnsohn e Manuel Mondèjar Criado.

 

Chiara Volpes, pianoforte
Nata a Leuven (Belgio) nel 1992, inizia a studiare musica all’età di sei anni, seguendo il Metodo Jaques Dalcroze. Si diploma a Palermo sotto la guida di Donatella Sollima nel 2010, con il massimo dei voti, lode e menzione d’onore. Ha quindi la possibilità di partecipare al prestigioso concorso Premio Venezia e di suonare al Teatro la Fenice di Venezia. Nella primavera 2015 termina il Biennio di pianoforte con il massimo dei voti e la lode, presso il Conservatorio “G. Nicolini” di Piacenza, sotto la guida del M° Guido Scano. Vincitrice di numerosi concorsi Nazionali e Internazionali tra cui il Concorso Internazionale “Premio Seiler”, il Concorso Europeo “Antonino Miserendino”, il Concorso “Hyperion”, Ciampino, il Concorso Nazionale “Clara Schumann” di Catania, Concorso Internazionale di musica classica e lirica “Ibla Grand Prize”, Premio Nazionale delle Arti 2015 intitolato a Claudio Abbado (finalista). Suona in molte sale da concerto come solista e in formazioni cameristiche e frequenta masterclass di pianoforte con importanti pianisti tra cui Michele Marvulli, Charles Rosen, Thèrése Fay, Andrea Lucche- sini, Natalia Trull e altri. Dal 2010 frequenta inoltre i Corsi estivi di Alto Perfezionamento con il M° Riccardo Risaliti. Attualmente è iscritta al Master of Advanced Studies presso il Conservatorio della Svizzera Italiana di Lugano con Anna Kravtchenko. Nel 2015 ha fondato insieme ad altri musicisti l’ensemble contemporaneo collettivo_21, con cui si esibisce regolarmente.

 

Leonardo Zoncati, clarinetto
Diplomato con il massimo dei voti al conservatorio «G. Nicolini» di Piacenza, attualmente è iscritto al Biennio solistico con il M° Paolo Beltramini. Ha ottenuto premi in concorsi nazio- nali e internazionale tra cui: 2° premio al Concorso per giovani musicisti «Giorgio Girati»; 2° premio al Concorso internazionale «Valsesia musica» nella categoria di Musica da camera; 3° premio al Concorso internazionale «Premio Antonio Salieri»; 2° premio al Concorso Interna- zionale di esecuzione musicale «Giovani Musicisti»- città di Treviso; 3° premio al concorso per clarinetto “A. Zanella”. Ha vinto recentemente la selezione distrettuale del concorso europeo Lyons Club e una borsa di studio offerta dal Rotary club. Ha frequentato masterclass con Calogero Palermo e Enrico Maria Baroni e, oltre al

M° Beltramini, ha studiato anche con il M° Fausto Ghiazza e con il M° Corrado Orlando. Ha suonato in veste di Primo clarinetto con l’Orchestra sinfonica «A. Zanella» e con l’«Ensemble Nuages» e come secondo clarinetto nell’Orchestra della Svizzera Italiana.

 

Luca Brignole, compositore
Nato a Genova, si diploma brillantemente in composizione sotto la guida di Riccardo Dapelo, perfezionandosi all’Accademia Chigiana con Salvatore Sciarrino. Segue master e corsi tenuti da altri importanti compositori, tra cui Giacomo Manzoni, Manfred Trojhan, Ivan Fedele. Ha collaborato con: Open Land Art 2009, Fluxus, ECUME, Festival dei compositori contemporanei (Reggio Emilia), GOG Giovine Orchestra Genovese, quartetto Prometeo, Accademia Ligustica di Belle Arti, ensemble Italico Splendore, Festival Musicale Estense, Collettivo_21. Ha ottenuto diversi riconoscimenti tra cui quello di Salvatore Sciarrino, che gli ha conferito il diploma di merito per il suo primo quartetto d’archi. La sua produzione coinvolge arti diverse: teatro, musiche di scena per Tra i vivi non posso più stare; poesia, Radura, scritto per il centenario della nascita di Giorgio Caproni; pittura, Suite Sirotti sui quadri dell’omonimo pittore ligure; reinterpretazione,Trio Sonata Tonelli, vincitrice del concorso di composizione “Antico Futuro 2015”. Si interessa inoltre di etnomusicologia e campanologia, curando lavori di ricerca e trascrizione.

 

Federico Perotti, compositore
Nato a Piacenza nel 1993, ha iniziato i suoi studi musicali all’organo con il M° Enrico Viccardi, frequentando la scuola d’organo Marcantonio Ingegneri di Cremona e successivamente l’istituto Diocesano di Musica sacra S. Cristoforo di Piacenza. Ha partecipato a diversi master di 

interpretazione di musica organistica tenuti dai maestri Montserrat Torrent, Andreas Liebig, Micheal Radulescu, Jean Claude Zehnder, Christopher Stembridge, Ferdinando Tagliavini, Enrico Viccardi e Giancarlo Parodi. In composizione ha seguito un corso su il “monodramma” con Mauro Montalbetti. Interessato allo studio dell’arte organaria e organistica italiana ha compiuto ricerche di approfondimento sulla gura di Girolamo Barbieri e dell’organaro Antonio Sangalli. Ha suonato alla “Rassegna internazionale sull’organo Riccardi” , all’interno di “Percorsi d’Organo in Provincia di Como” e nella “rassegna sullo storico organo Sangalli” ha partecipato ai festeggiamenti del 200° anniversario di G. Verdi suonando gli organi di Santa Maria di Campagna (PC) e di Trevozzo (PC). Sue composizioni sono state eseguite da M° Heinrich Wimmer, M° Mattia Marelli, Federico Terzi e da Altrevoci Ensemble. Attualmente è organista in San Sisto a Piacenza e nelle parrocchiali di Saliceto di Cadeo, Ponte dell’olio. Tuttora studia organo con Enrico Viccardi e composizione con Vittorio Zago, Carlo Ballarini ed Eros Negri nel conservatorio “G. Verdi” di Como.

 

Luca Ricci, compositore
Nato nel 1992 a Piacenza, ha iniziato a suonare il auto traverso all’età di 11 anni sotto la guida del

Prof. Franco Nobis. Parallelamente agli studi classici, ha proseguito lo studio del auto con Anna Mancini, Thies Roorda e Rien de Reede, conseguendo nel 2010 il Diploma di auto presso il Conservatorio di Parma. Nel 2012 ha intrapreso lo studio della composizione iscrivendosi al Conservatorio di Piacenza, dove attualmente frequenta il Triennio di Composizione con i docenti Riccardo Dapelo e Carlo Alessandro Landini. Ha inoltre seguito masterclasses e seminari tenuti da Giacomo Manzoni, Francesco Filidei, Aureliano Cattaneo, Stefano Gervasoni, Michael Jarrell, Sandro Gorli, Alessandro Solbiati e Mauro Lanza. Nell’ottobre 2015 ha partecipato al workshop “Dialogo dell’ombra doppia” incentrato sulla composizione, interazione e improvvisazione con live electronics, suonando con Walter Prati e Giampaolo Antongirolami. Le sue prime composizioni sono state eseguite al Museo Diocesano di Parma, per la rassegna Musica Svelata, a Piacenza, nell’ambito del Bibiena Art Festival, e presso la sede della Fondazione di Piacenza e Vigevano (Palazzo Rota Pisaroni). È inoltre laureando in Musicologia presso l’università di Pavia (sede di Cremona), dove ha seguito - fra gli altri -

i corsi tenuti da Gianmario Borio, Michele Girardi e Ingrid Pustijanac.

 

Claudia Ferrari, musicologa
Nasce nel 1988 nella provincia di Piacenza, dove tuttora risiede. Coltiva fin dall’infanzia la passione per la musica; si laurea al DAMS di Bologna e successivamente viene ammessa al Biennio Superiore in Discipline storiche, critiche e analitiche della musica al Conservatorio G. Verdi di Milano. Durante i suoi studi approfondisce in particolar modo il repertorio del Novecento e contemporaneo, laureandosi con lode, con una tesi sull’opera Al gran sole carico d’amore di Luigi Nono, in via di pubblicazione per l’edizione 2016 dei Quaderni del Conservatorio di Milano. Da sempre appassionata di scrittura ma anche degli aspetti organizzativi, collabora con Il Corriere Musicale, tiene lezioni concerto e conferenze e redige note di sala per diverse stagioni concertistiche. Ha lavorato al Festival di Milano Musica 2015, gestendo comunicazione e promozione online e o ine. Tiene un blog sul suo sito [www. claudiaferrari.it] in cui scrive di musica senza limiti di sorta, portando così anche la musica contemporanea anche all’attenzione dei lettori più lontani dal genere. 

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