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Fondo Angelo Paccagnini
(Castano Primo, 17 ottobre 1930 – 2 luglio 1999)

Compiuti gli studi al Conservatorio di Milano, e dopo una radicale adesione al post-weber­nismo, negli anni Cinquanta la ricerca musicale di Paccagnini si dirige verso le dimensioni dell’ascolto e del suono, l’impiego della voce, i temi sociali. Alla fine degli anni Cinquanta inizia a frequentare lo Studio di fonologia della Rai di Milano.

Il suo primo brano elettronico si intitola Sequenze e strutture (1961). È di questo periodo la sua esperienza di attore nel film di Augusto Tretti, La legge della tromba (1960), del quale realizza anche la colonna sonora presso lo Studio, a cui contribuiscono anche Marino Zuccheri ed Eugenia Tretti.

Nel 1966 entra nel Comitato di direzione dello Studio (che dal 1963, dimessosi Dall’Oglio, aveva sostituito la figura del direttore unico), con Emilio Castellani e Luigi Rognoni; dal 1968 al 1970 ne è unico direttore. Nel 1968 avvia una fase creativa che Riccardo Bianchini definisce «teatro su nastro», con opere come Bivio (1968), per voci registrate e suoni elettronici conce­piti «a differenti livelli di lettura», e Un uomo da salvare (1969), su libretto proprio, in cui prende posizione contro la guerra.

Nel 1963 la Rai gli commissiona Actuelles, opera per soprano, coro, coro recitante e orchestra (premio Tribune internationale des compositeurs, Unesco 1966) e nel 1964 vince il Premio Italia con l’opera 

Il dio di oro, radiodramma per soli, coro e orchestra. Nel 1971 cura con Massimo Mila un ciclo di 14 trasmissioni radiofoniche dal titolo Musica d’oggi tra suono e rumore per la Rai. Si dedica anche alla composizione di musiche per la televisione: sua la colonna sonora realizzata con Roberto Goitre dello sceneggiato televisivo I Buddenbrook (1971), nella quale, scrive Mila (ibid., p. 181), «ritornano trionfalmente, insieme ai mezzi elettroni­ci, i vecchi strumenti tradizionali: pianoforte, organo, cembalo, voce umana».

Nel 1969, un anno prima della fine del mandato di direttore nello Studio di fonologia, Pacca­gnini fonda la cattedra di musica elettronica al Conservatorio di Milano (attiva dal 15 dicem­bre 1969), una delle prime in Italia, dopo Firenze e Torino. Egli promuove una convenzione con lo Studio per l’accesso alle attrezzature da parte degli studenti. Risalgono a questi anni le sue prime opere che, accanto a suoni elettronici o registrati e agli strumenti musicali, ricorro­no a media come gli schermi televisivi o la grafica (La cena, 1971; C’era una volta un re, 1974; Olivo verde vivo, 1977).

Laura Zattra (testo tratto e adattato dalla voce “Angelo Paccagnini”, Dizionario Biografico degli Italiani, Treccani).

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